GUIDESI: «Il caro-bollette rischia di essere la Lehman Brothers delle ditte»

L’allarme lanciato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, il rischio è di una crisi come quella del 2008

L’incremento incontrollato dei costi energetici rischia di spingere l’economia italiana e lombarda verso una crisi simile a quella del 2008. Una situazione paradossale con gli ordinativi ai massimi degli ultimi anni in scia alla ripartenza post-Covid. A lanciare l’allarme, nella giornata di lunedì a Brescia è stato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi, che ha partecipato alla conferenza stampa indetta dal fronte delle industrie energivore proprio per sollevare il tema e chiedere interventi urgenti alle istituzioni.

«I costi energetici rischiano di essere la Lehman Brothers del manifatturiero e questo non possiamo permettercelo, bisogna agire subito a livello europeo – ha detto Guidesi -. L’Europa ha deciso di non decidere e di rimandare il problema. Bastava parlare, come facciamo quotidianamente, con gli imprenditori per capire ciò che stava e sta accadendo». Non è la prima volta che l’assessore lancia l’allarme, e già da ottobre non perde occasione per segnalare come il Governo e l’Unione Europea debbano intervenire rapidamente. La Lega con Matteo Salvini ha chiesto l’istituzione di un tavolo sull’energia al Governo. «Non c’è più tempo, bisogna agire subito – ha aggiunto Guidesi -. Come Regione Lombardia noi ci siamo e saremo sempre al fianco delle imprese perché solo sostenendo le imprese sosteniamo i lavoratori».

Le imprese manifatturiere dei settori energivori generano 88 miliardi l’anno di valore aggiunto, con il 55 per cento del loro fatturato prodotto sui mercati esteri, un giro d’affari che sostiene 350mila posti di lavoro, 700mila compreso l’indotto. Nelle prime due settimane di dicembre l’energia elettrica ha raggiunto il massimo storico di 374 euro per Megavattora, +280 per cento rispetto a gennaio 2021, +650 per cento rispetto a gennaio 2020, il gas naturale ha toccato a novembre il 670 per cento di incremento sullo stesso periodo dell’anno precedente. Nonostante gli ordini, le aziende rischiano di chiudere per mancanza di redditività. Le imprese chiedono quindi interventi urgenti, valorizzando la risorsa nazionale del gas naturale, rinviando il capacity market elettrico (onere che dal 1 gennaio porterà un ulteriore aggravio di costi) e riformando il mercato elettrico nazionale, ma anche correggendo le spinte speculative degli investitori non industriali nel sistema di Emission Trading europeo per lo scambio di quote di emissioni e sbloccando la compensazione dei costi indiretti.

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