
Economia / Centro Lodigiano
Mercoledì 05 Febbraio 2025
Flexotecnica, sindacati e operai hanno rifiutato le proposte dell’azienda di Tavazzano: «Sono al limite della provocazione»
TRATTATIVA L’azienda propone un incentivo all’uscita di una settimana per ogni anno lavorato, e per solo quattro addetti ricollocazione in Germania
Incentivo all’uscita pari a una settimana di salario per ogni anno lavorato e ricollocazione per quattro figure in un altro sito del gruppo, in Germania. Non fa passi in avanti la trattativa per i 24 licenziamenti alla Koenig & Bauer Flexotecnica di Tavazzano, con le proposte dell’azienda rifiutate da sindacato e lavoratori.
Ieri mattina si è tenuto il secondo incontro di trattativa per la procedura di licenziamento collettivo alla Flexotecnica di Tavazzano, azienda di vendita e assistenza di macchine rotative flessografiche. In azienda tre anni fa c’era già stata una prima procedura di licenziamento collettivo che aveva più che dimezzato il personale. Ora lavorano in 60 circa.
Nella trattativa, sindacato e lavoratori avevano avanzato richieste puntuali, mantenere le tre categorie protette inserite tra i licenziamenti, applicare un periodo di cassa integrazione straordinaria, studiare un piano di pensione anticipata, ridurre il numero degli esuberi. «L’azienda ci ha risposto che delle tre posizioni di categorie protette può salvarne una, che la cassa integrazione non è uno strumento contemplato al momento, al pari dell’accompagnamento a pensione anticipata, ma che ci sono possibilità di ricollocazione – spiega Massimiliano Preti, segretario Fiom Cgil -. Per quattro lavoratori ci sono posizioni aperte nella sede della casa madre, in Germania. La società propone il trasferimento in Germania, ma mantenendo i contratti e i livelli retributivi italiani, sostenendo che sia possibile anche lavorare da qui in smart working, ma in quel caso non conteggiando come trasferta le presenze necessarie in sede, in Germania. Inoltre, un dipendente si è licenziato e dunque c’è la possibilità di assorbire uno dei licenziamenti, ma subentrando con livelli e retribuzioni di chi è uscito, abbassandosi il salario. Infine, è disponibile un posto nella sede di Lainate, ma passando al contratto del commercio».
Al termine dell’incontro si è tenuta subito sul piazzale di via Hausmann l’assemblea dei lavoratori che ha rigettato le proposte. «Le abbiamo trovate al limite della provocazione, anche perché condite da un incentivo all’esodo di una settimana di salario per ogni anno lavorato – conclude Massimiliano Preti -. A noi interessa difendere il lavoro, non siamo alla ricerca di buonuscite, ma è una proposta vergognosa. L’azienda non ha alcuna responsabilità sociale, come dimostra anche il rifiuto di salvare almeno le categorie protette. In tre anni si sono persi in questa azienda 150 posti di lavoro, nel silenzio delle istituzioni e della politica. Ora speriamo che si sveglino». In occasione del prossimo incontro, tra 10 giorni, è previsto un nuovo sciopero e presidio dei lavoratori.
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