Fiere e sagre cancellate dalla pandemia: sfumati “affari” per 8-10 milioni di euro

Primavera ed estate senza eventi nel Lodigiano: pesanti le conseguenze sull’economia

La Sagra dell’Uva di San Colombano, le Forme del Gusto di Lodi, la Vittorina di Graffignana e la Sagra della Polenta di Borghetto. Sono le prossime manifestazioni che non si faranno. Nella lunga estate senza eventi, il Lodigiano ha perso occasioni di aggregazione, ma anche un volume d’affari considerevole, che si può stimare tra gli 8 e i 10 milioni di euro complessivi.

Sono almeno una ventina gli eventi rilevanti che sono stati cancellati dall’emergenza coronavirus nel Lodigiano. A partire dalla Fiera di San Giuseppe di Brembio a marzo per proseguire con la Fiera di Maggio di Borghetto, il Maggio Santangiolino, Arte e Vino di Maleo, tutte le Notti Bianche estive, la sagra di San Bartolomeo di Casale, per arrivare agli appuntamenti di fine estate e inizio autunno. Tantissima la gente che visto con dispiacere la cancellazione delle feste, delle sagre e delle Notti Bianche come mancata occasione di socialità. Ma dietro all’aggregazione e alla socialità, c’è un volume d’affari imponente, e a volte una singola giornata ben riuscita è servita in passato a sistemare i conti annuali di qualche attività economica.

L’impegno organizzativo diretto di questi eventi muove circa 500mila euro in allestimenti e spettacoli, e ciascun evento genera consumi diretti che oscillano dai 100mila ai 300mila euro, a volte anche con punte superiori, spesso in balia di condizioni esterne come la concomitanza degli appuntamenti o il meteo. Una mole di affari compresa tra i 5 e i 7 milioni di euro, cui è da sommare il valore delle forniture e l’indotto, anche quello di lungo periodo, per un volume complessivo tra gli 8 e i 10 milioni di euro. Soldi che rimangono nel Lodigiano per la stragrande maggioranza.

«È molto complesso fare una stima economica precisa, ma certamente il volume d’affari mosso è importante sia per le ricadute dirette sia per quelle indirette, perché si tratta di occasioni di visibilità davvero rilevanti e che spesso portano affari anche differiti nel tempo – commenta il segretario di Confcommercio Isacco Galuzzi -. Di fatto si sono spente tutte le iniziative, si è salvata solo qualche rara manifestazione spot o qualche attività promozionale, slegata però da eventi di grande richiamo. Sono tutte risorse che sono venute meno al Lodigiano, e il peso di questa assenza si farà sentire per molti commercianti».

Sulla stessa linea il segretario di Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi Vittorio Boselli: «Impossibile determinare puntualmente il valore perso, ma le stime sono grosso modo quelle. Inoltre, c’è un impoverimento dell’identità socio-culturale che, se durasse nel tempo, sarebbe difficile da sostenere per le comunità locali. A malincuore si è detto di no alle manifestazioni e agli eventi. Come associazioni di categoria non chiediamo di organizzare ciò che non si può fare, ma chiediamo che ci sia almeno attenzione al taglio delle imposte e al sostegno economico delle attività, perché ci sono risorse importanti arrivate dal Governo che devono essere usate per questi obiettivi».

Confcommercio e Confartigianato, e con loro molte amministrazioni comunali, sono già orientate al 2021: «Bisogna prendere il 2020 come una sospensione, e ci stiamo preparando perché il 2021 sia come il 2019, e se possibile ancora meglio, sperando che sia possibile tornare alla normalità».

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