Fallimenti 2020 in calo del 41 per cento «ma i numeri veri arriveranno nel 2021»

l dati di Lodigiano e Sudmilano, a Milano la frenata è addirittura del 50%, i commercialisti: «Pesano i termini sospesi»

Sono “solo” 26 i fallimenti dichiarati a oggi dal tribunale civile di Lodi dall’inizio del 2020: un dato che, a fronte delle grosse preoccupazioni e del gran numero di serrande abbassate per effetto della paura del covid-19 e del lockdown, può far sperare, perché è inferiore del 41 per cento rispetto ai 44 fallimenti che in pari data erano stati dichiarati nel 2019, anno che si era chiuso a quota 63 dichiarazioni di fallimento di imprese con sede in provincia di Lodi e nel Sudmilano (il territorio di competenza della giustizia lodigiana).

Anche alla luce della serie storica degli ultimi dieci anni, il dato di mezza estate del 2020 appare positivo: l’unico anno che era andato meglio sotto il profilo dello stato di salute delle imprese sottoponibili a procedura fallimentare era stato il 2018, che si era chiuso con 30 dichiarazioni di fallimento (erano 16 a fine luglio); nel 2017 i fallimenti dichiarati erano stati 49, di cui 30 da gennaio a luglio; nel 2016 erano stati 74 totali, di cui, 48 a fine luglio, nel 2015 93, di cui 55 a luglio; nel 2014 erano 92, di cui 55 a fine luglio; nel 2013 erano 75, dei quali 40 a fine luglio; nel 2012 63 totali, di cui 49 a fine luglio, nel 2011 erano stati 89, di cui 61 a fine luglio; nel 2010 erano stati 60, di cui 34 a luglio.

Ancora migliore in termini percentuali il dato della giurisdizione del tribunale di Milano, praticamente coincidente con buona parte della provincia: sempre considerando l’arco di tempo tra il primo gennaio e luglio, i fallimenti dichiarati di imprese milanesi sono stati 330 quest’anno contro i 670 del 2019 (che si era chiuso a quota 1082), quasi il 50% in meno. Per una corretta valutazione di queste cifre, va considerato tuttavia che in periodo covid è stata sospesa, assieme a gran parte dei termini processuali, anche la possibilità di presentare istanze finalizzate alla dichiarazione di fallimento. E infatti alle cancellerie non risulta neppure un boom di richieste per aprire procedure fallimentari.

«Personalmente credo che la chiusura dei tribunali abbia certamente influito su un rallentamento delle dichiarazioni di fallimento, ma ovviamente non riguarda solo Lodi - osserva il presidente dell’Ordine dei commercialisti e dei consulenti contabili della provincia di Lodi, dottor Pierluigi Carabelli -. Credo invece che il periodo di sospensione e proroga dei versamenti fiscali e contributivi, le moratorie sui mutui e la sospensione dei licenziamenti abbia in qualche modo congelato situazioni di crisi che temo si manifesteranno alla scadenza di questi provvedimenti temporanei. Purtroppo che il dato dell’economia reale sia sicuramente peggiore di quanto ci possano fare sperare questi numeri è una realtà che si percepisce, e non solo tra gli addetti ai lavori: un bar chiuso per due o tre mesi non ha realizzato un fatturato che nel corso dell’anno potrà recuperare, sul fronte turistico ci si può aspettare un saldo limitatamente negativo per le località balneari ma le grandi città come Roma e Milano sono apparse vuote rispetto a come eravamo abituati. Attualmente, anche per la sospensione per legge delle attività esecutive, viviamo sospesi. E anche se il conteggio finale dei fallimenti 2020 potrebbe non essere tra i peggiori, tante situazioni le potremmo veder esplodere nel 2021».

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