ECONOMIA Pil lodigiano in frenata nel 2023: previsto un calo dello 0,2 per cento

I dati Prometeia sono stati elaborati e presentati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre

Nel 2023 potrebbe calare dello 0,2% il valore aggiunto reale dell’economia lodigiana, ovvero il Pil al netto delle imposte indirette. È quanto risulta dall’elaborazione dei dati Prometeia (società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica per banche, assicurazioni e imprese) effettuata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Il dato lodigiano, in uno scenario nazionale in grande misura contraddistinto da segni al ribasso e compressi in un solo punto percentuale, è uno dei meno marcati ed è indice di una previsione di sostanziale tenuta. Il nostro territorio figura al 52° posto di una classifica molto “corta” che va dal +0,8% di Milano (primo posto) al -1% di Vibo Valentia (ultimo posto). E che, nell’assegnazione delle singole posizioni, tiene conto di altri due valori: la crescita durante l’anno in corso (nel Lodigiano pari al +2,7% sul 2021) e la crescita negli ultimi tre anni, dunque rispetto ai livelli pre-covid (nel Lodigiano +1,7% sul 2019).

In Lombardia sono quattro, oltre a quella di Milano, le province per le quali è prevista una crescita del Pil superiore alla nostra: Cremona (+0,5, al 5° posto in classifica), Sondrio (+02%, al 22° posto), Como (+0,1%, al 25° posto) e Varese (+0,1%, al 29° posto). Le previsioni meno positive riguardano Brescia (-0,4%, al 75° posto) e Bergamo (-0,5%, all’82° posto).

Tabelle a parte, il report della Cgia si sofferma sulla situazione economica italiana nel suo complesso. «È in arrivo uno degli inverni più difficili degli ultimi cinquant’anni – scrivono i ricercatori - Per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese sarà necessario impiegare entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi di euro. Di questi, 35 per dimezzare il caro bollette e altrettanti, con la legge di Bilancio 2023, per non far decadere dal prossimo gennaio alcune misure introdotte dal governo uscente. La situazione è critica: il nuovo esecutivo dovrà fare l’impossibile per recuperare tutte queste risorse senza ricorrere ad un aumento del deficit, visto che, al massimo, potrà beneficiare su un “tesoretto” che potrebbe toccare i 25 miliardi di euro. Visti i tempi risicatissimi, anche approvare in tempo la prossima legge di Bilancio non sarà semplicissimo».

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