ECONOMIA L’export del Lodigiano rimbalza, ma i “volumi” pre pandemia restano lontani

Il rallentamento rilevato dall’analisi trimestrale di Unioncamere

L’export lodigiano nel terzo trimestre rimbalza rispetto al 2020, ma ancora pesantemente sotto i livelli pre-crisi, anche perché si è fermato il commercio estero dell’elettronica, capace nel primo trimestre di mettere a segno una crescita superiore a +80 per cento rispetto al 2019. Lo evidenzia l’analisi congiunturale di Unioncamere sulle esportazioni lombarde, che mostra i primi segnali di un rallentamento dopo una prima parte dell’anno sugli scudi.

Nel terzo trimestre Lodi presenta un incremento tendenziale di +5,2 per cento anno su anno, ma il dato rispetto al livello pre-crisi è di -5 per cento, «in linea con la stagionalità e il trend di fondo». Tra i beni maggiormente esportati in provincia di Lodi figurano le apparecchiature per telecomunicazioni, 22,8 per cento del totale, i computer e le unità periferiche, 14,8 per cento, i prodotti lattiero-caseari, 10 per cento, saponi e detergenti, 9,6 per cento, motori, generatori e trasformatori, 5,7 per cento. Il Lodigiano ha tenuto meglio del resto di Lombardia nell’export dopo l’impatto del Covid, ma ha poi rallentato prima degli altri territori. Nel 2020 ha fatto registrare la performance migliore, con un calo di -2,7 per cento a fronte di una media regionale di -10,5 per cento. Nel primo trimestre 2021 perdeva già posizioni, ma restava in linea, +5,2 per cento Lodi, +5,7 per cento la media lombarda, ma il gap si è fatto via via più forte, pur continuando il rimbalzo sul 2020: nel secondo trimestre +33,7 per cento a fronte di una media di +45,5, nel terzo +5,2 a fronte di una media di +16,8. Il mancato recupero sul 2019 è -5 per cento, unica provincia con Pavia in negativo, a fronte di una media di +8,6 per cento. La Spagna è il primo paese di destinazione delle esportazioni lodigiane.

Il valore totale delle esportazioni lombarde rimane oltre i 33 miliardi di euro, mentre le importazioni sono superiori ai 36 miliardi con un deficit commerciale di 3,1 miliardi di euro. La flessione congiunturale sulle quantità sia in export che in import è decisamente superiore alla flessione del controvalore economico. «La ripresa delle imprese lombarde è ormai strutturale, ma è messa a rischio dai costi energetici e dall’approvvigionamento delle materie prime – il commento dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Guido Guidesi -. Non bastiamo noi da soli a richiamare l’urgenza di questi temi. Il posticipo ulteriore di una discussione in Europa è un segnale che ci preoccupa. Il sistema Lombardo continuerà ad impegnarsi a sostegno delle nostre imprese e del lavoro, chiediamo anche agli enti sovraregionali di dare attenzione a questa priorità».

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