CRISI IDRICA Ancora 10 centimetri e Como chiude i rubinetti del lago per i campi lodigiani

Servono una decina di giorni per riuscire a irrigare e salvare il raccolto

Solo 10 centimetri di margine ancora, poi il Lago di Como chiuderà i battenti al sistema irriguo della campagna lodigiana. L’altezza idrografica del Lago oscilla attorno a -30 centimetri, il limite massimo è posto a -40 centimetri, e negli ultimi giorni, anche se suscettibile di variazioni, la discesa è di 4 centimetri al giorno. Intanto dal Governo arrivano 9 milioni di euro a Regione Lombardia per gestire lo stato di emergenza.

«Nel giro di pochi giorni, non avremo più la possibilità di derivare l’acqua per irrigare le campagne – spiega Ettore Grecchi, presidente del Consorzio Muzza -. Abbiamo già chiesto a Regione Lombardia la deroga al deflusso minimo vitale per il fiume, una quantità minima, ma tutto è utile. Purtroppo, nonostante lo stato di crisi, i tempi dell’istruttoria regionale sono di 8-10 giorni. Inoltre, abbiamo avanzato la proposta di poter derivare acqua dal lago fino a -50 centimetri per un periodo di tempo contenuto. Ci servono ancora una decina di giorni circa per riuscire a portare a casa il primo raccolto, che è fondamentale per la sopravvivenza di tanti agricoltori. Oggi siamo al 60 per cento di derivazione, nei prossimi giorni potremmo limitarla ancora, ma al 50 per cento alcune zone già non riceveranno più acqua».

Sulla crisi idrica ieri è intervenuto in consiglio regionale il presidente della Lombardia Attilio Fontana: «La Presidenza del Consiglio dei Ministri ci assegna 9 milioni di euro per la gestione dell’emergenza – ha detto Fontana -. Finora abbiamo condiviso con tutti i soggetti interessati misure e interventi, per attuare una gestione equilibrata, senza danni per chi gestisce la risorsa idrica e per tutelare il primo raccolto. Le proposte oggi al vaglio della Giunta riguardano lo sviluppo di tecniche di coltivazioni alternative a più basso consumo idrico, l’istituzione di un tavolo di lavoro regionale per promuovere sistemi innovativi d’irrigazione e di coltura, finanziamenti ulteriori rispetto alle misure del Piano di Sviluppo Rurale, la rimodulazione di progetti Pnrr già approvati per l’accumulo di risorse idriche, e forme di semplificazione burocratica per nuovi pozzi a uso irriguo».

Critico il consigliere regionale lodigiano di Fratelli d’Italia Patrizia Baffi: «I 9 milioni stanziati dal Governo non bastano. I danni causati dalla siccità nel settore agricolo in Lombardia potrebbero superare i 400 milioni. Nell’imminente assestamento di bilancio regionale, i nostri agricoltori dovranno essere priorità assoluta».

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