Consumo di suolo: ogni lodigiano ha perso un metro quadrato di verde nel 2020

Allarme di Coldiretti, Livraga e Borgo San Giovanni sono i comuni con i dati peggiori

Ogni lodigiano ha perso un metro quadrato di verde nel corso del 2020, per un consumo di suolo complessivo pro capite che vale 417,08 metri quadrati. Dopo l’allarme di Coldiretti in occasione della Giornata mondiale del suolo, la fotografia dettagliata del Lodigiano mostra un territorio tra i più sofferenti in Lombardia, che a sua volta è maglia nera d’Italia per il consumo di suolo. Il Lodigiano ha perso 21 ettari di suolo verde nel 2020, e alla fine dell’anno scorso contava 9mila 485 ettari consumati, pari al 12,11 per cento. La densità di consumo di suolo dal 2019 al 2020 si è incrementata di 2,62 metri quadri per ogni ettaro.

Il consumo di suolo comune per comune

Secondo i dati Ispra, nel corso del 2020 il comune dove maggiore è stato il consumo di suolo è Livraga, che addirittura ha registrato un incremento di +11,44 per cento, con 159 ettari complessivamente a cemento od asfalto. Al secondo posto si colloca Borgo San Giovanni, con un aumento di +2,35 per cento e 133 ettari consumati, al terzo Mairago con +1,68 per cento per 89 ettari totali e al quarto Guardamiglio con +1,58 per cento per 196 ettari consumati. Tutti gli altri comuni presentano un incremento inferiore all’1 per cento, con Lodi prima di questo secondo gruppo con un consumo di +0,93 per cento. Gli incrementi annuali devono essere valutati sul valore di partenza in termini di consumo di suolo, e andrebbero poi parametrati alla dimensione geografica del comune. In termini assoluti il maggior consumo di suolo è del capoluogo con 946 ettari, più del doppio del secondo comune in graduatoria, Codogno, che ha 486 ettari consumati, un valore molto simile a quello di Casale, 443 ettari. Seguono Sant’Angelo (366 ettari), Somaglia (308), San Rocco (287), Lodi Vecchio (250), Borghetto (240), Tavazzano (240). Sopra i 200 ettari consumati anche Zelo (213), Maleo (201) e San Martino (200). In rapporto alla dimensione territoriale, la graduatoria cambia ancora. Al primo posto c’è Sordio che ha consumato il 26,8 per cento, poi Cornegliano con il 24,3 per cento e Codogno con il 23,2 per cento. Appena giù dal podio c’è il capoluogo con il 22,8 per cento di suolo consumato, insieme a Casalmaiocco con il 22,3 per cento e Fombio con il 20,7 per cento. Complessivamente, 23 comuni hanno un consumo di suolo inferiore al 10 per cento, Con i più virtuosi che sono Cornovecchio con il 5,2 per cento, Bertonico con il 5,3, Abbadia con il 5,6, Senna con il 5,7, Castelgerundo con il 5,8.

I grandi insediamenti e le infrastrutture

Nell’incremento tra il 2019 e il 2020 non è un caso forse che i primi due comuni siano quelli che hanno registrato anche l’arrivo di nuove logistiche nel corso dell’anno passato, Livraga e Borgo San Giovanni. Leggendo i dati assoluti invece emerge l’evidenza per cui le città e i comuni più grandi registrano il consumo maggiore, come è ovvio, con un parallelismo quasi perfetto tra numero di residenti e suolo consumato, almeno nelle prime posizioni. Qualche elemento di riflessione in più, invece, emerge dalla percentuale di suolo consumato rispetto alla dimensione territoriale del comune. Sordio vanta il primato negativo, risentendo delle dinamiche dell’area metropolitana e dello sviluppo degli insediamenti logistici e delle infrastrutture viarie anche negli ultimi anni. Cornegliano invece mostra il peso dello sviluppo avuto tra gli anni Novanta e i primi Duemila. Interessante notare anche la differenza tra Codogno e Casale, vicine geograficamente e per numero di residenti: mentre Codogno ha consumato il 23,2 per cento, Casale è ferma al 17,3 per cento, una differenza figlia della scelta di realizzare l’area industriale (all’epoca pensata come comprensoriale) della Mirandolina.

Uno sguardo al futuro

I dati Ispra si riferiscono al 2020, ma la situazione nel Lodigiano rischia di essere molto diversa già nella fotografia 2021 che sarà fatta l’anno prossimo, e poi in quelle successive. A pesare sull’incremento di suolo dei prossimi anni saranno sicuramente i nuovi insediamenti logistici previsti, ma anche gli interventi pubblici sulle infrastrutture nella Bassa, con l’ampliamento della strada provinciale Codogno-Castiglione e soprattutto con la tangenziale di Casale.

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