COMMERCIO Negozi sfitti da troppi anni in centro a Lodi. E c’è chi li usa come garage

Tra le zone più penalizzate via Solferino, via Lodino e il tratto finale di corso Roma

Chiuse, da troppi anni. Alcune saracinesche della città del Barbarossa si sono abbassate senza più vedere la luce da così tanto tempo che non solo non si legge più l’insegna, ma la vetrina è diventata una grande ragnatela e nessuno toglie più la sporcizia che si accumula all’ingresso. Il Covid, con la sua onda lunga, non ha di certo portato una ventata di opportunità.

Sono più di una trentina, nel salotto di Lodi, i negozi sfitti, concentrati soprattutto nelle zone più “difficili” del centro storico: quelle dove c'è meno passaggi o dove non si trova parcheggio. Gli osservatori più attenti hanno notato un nuovo fenomeno: in alcuni casi, i proprietari preferiscono utilizzare i locali vuoti come garage, anche nelle vie dello shopping, piuttosto che trovare nuovi inquilini. «Così però la città si spegne, diventa brutta - commenta Pasqualino Borella, storico residente del centro ma soprattutto fotografo capace di leggere i tempi moderni -. Niente cler zincate ma porte scorrevoli camuffate, anche se poi i cartelli segnalano un passo carraio. Luci spente e grigiume. Lodi pensaci, non diventare una città laida», conclude con un invito rivolto alla sua città.

Il tratto finale di corso Roma, al di fuori della Ztl (Zona a traffico limitato) è sicuramente uno dei più penalizzati, e non da ora. Pochi metri e si contano dieci attività arrivate a fine corsa. Non sono mancati i “ricambi”, ma a trovare pianta stabile sono stati soprattutto servizi e uffici. Da sempre, chi cammina in corso Roma si ferma proprio alla fine della Ztl, per poi tornare verso piazza della Vittoria. I cartelli “affittasi” si notano qua e là anche in corso Vittorio Emanuele e in corso Umberto, è però via Solferino a pagare il prezzo più alto, con sei negozi senza luci nè gestori, tra questi spiccano quelli che un tempo erano conosciuti come i giocattoli di Egidio, la vecchia Posteria e L’Angolo.

Numerose le attività che hanno lasciato via Lodino, la più etnica all’ombra del duomo, per non essere più rimpiazzate. Almeno una decina sono le saracinesche abbassate, molte delle quali sporche, con vetrate che non consentono più di vedere all’interno o tappezzate da vecchi fogli di giornale. Corso Adda, che corre a fianco, è invece molto diverso e commercialmente più vivace.

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