BANCHE Filiali, nel Lodigiano è una strage: 40 chiusure in cinque anni. «Ormai siamo in un deserto»

La progressiva chiusura degli sportelli si traduce in un disagio soprattutto per gli anziani

I dati parlano chiaro: nel 2017, nel Lodigiano c’erano 148 sportelli bancari, e l’86,9 per cento dei comuni del territorio potevano contare su uno sportello. Ad oggi invece (l’ultimo dato disponibile è del 2022), un centro abitato su tre non dispone di alcuna filiale, e gli sportelli si sono ridotti a 108.

La progressione appare abbastanza continua e stabile: 148 sportelli nel 2017, 142 nel 2018, 130 nel 2019, 125 nel 2020, 123 nel 2021 e addirittura, come si diceva, 108 nel 2022. Considerando soltanto la popolazione residente nei comuni con almeno una banca, la densità è di una filiale ogni 1780 persone, mentre cinque anni fa era di 1492.

In realtà, in tutta la Lombardia il trend è lo stesso. Guardando alla diminuzione percentuale, a Milano sono stati chiusi 532 sportelli (calo del 31,37%), a Varese 121 (-29,73%), a Bergamo 186 (-27,43%), mentre a Lodi il calo è stato del 27,03%. Il trend lombardo racconta un calo medio del 26,61% e a livello italiano del 25,44%.

La tendenza degli ultimi anni, peraltro, è la chiusura non soltanto delle filiali, ma anche degli sportelli bancomat, mettendo in difficoltà soprattutto la parte più fragile della popolazione.

Il commento

Interpellato sull’argomento, il sindacalista Fabi Ettore Necchi ribadisce che questo progressivo smantellamento delle filiali è un tema su cui il sindacato sta insistendo molto negli ultimi anni, come ribadito con forza anche nel congresso nazionale lo scorso giugno.

«Ormai nel Lodigiano è il deserto - racconta Necchi -. Noi abbiamo sempre espresso la nostra contrarietà, perché questa situazione va a penalizzare soprattutto le persone più fragili, gli anziani e chi non ha modo di spostarsi in un altro paese per effettuare le operazioni bancarie».

Perché certo, ci sono tutti i sistemi informatici, l’home banking e il wallet sul cellulare che permette di pagare senza nemmeno estrarre la carta di credito, però non tutti sono in grado o vogliono utilizzarli. «E soprattutto, viene meno il contatto umano con il ragioniere o il dottore della banca, con cui negli anni si costruiva un rapporto di fiducia fondamentale - prosegue Necchi -. Io in 47 anni di banca, ho girato moltissime filiali del Lodigiano, e ho capito quanto sia importante costruire questo rapporto di fiducia. Soprattutto in un paese in cui, come continuiamo a ripetere, l’educazione finanziaria purtroppo è molto scarsa, e tanti hanno bisogno di un supporto per poter gestire i propri risparmi. Anche perché il rischio è che si rivolgano ad altre società, che non sono banche, e che giustamente non hanno la stessa formazione sul tema finanziario perché il loro core business è un altro».

«Capisco che le grandi banche facciano scelte di un certo tipo - aggiunge ancora il sindacalista -, ma credo che la continua chiusura di filiali sia inaccettabile soprattutto quando a farlo sono le banche del territorio, che mettono in difficoltà i paesi. Poter dare almeno un servizio a giorni alterni potrebbe essere una soluzione. Una volta aprivano filiali ovunque: ricordo che a Mulazzano, per dire un paese qualsiasi, c’erano sette sportelli. Man mano hanno chiuso quasi tutti».

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