Asvicom: «Sono troppe le serrande abbassate»

Iniziativa imprenditoriale lodigiana frenata da guerra, crisi energetica e inflazione, e sul commercio si rischia la desertificazione. Il Lodigiano segue l’Italia nell’andamento complessivo. «Ridefinizione dell’offerta e servizio per il commercio, accelerare sulle start up per rivitalizzare il tessuto economico»: è la ricetta Asvicom. «Da un monitoraggio Asvicom emerge che anche sul nostro territorio il peggioramento delle aspettative dovuto a guerra, crisi energetica e inflazione ha frenato l’iniziativa imprenditoriale – si legge in una nota dell’associazione -. Si parla inoltre di rischio desertificazione commerciale a livello nazionale e anche nel nostro capoluogo sono troppe le serrande abbassate e i negozi sfitti». A livello nazionale le attività imprenditoriali sono in calo, secondo Cerved, addirittura di -10 per cento in un anno. Tra i negozi a tenere maggiormente sono i negozi alimentari, che pure registrano -7,6 per cento, mentre altre categorie viaggiano tra il -20 e il -30 di aperture (dati del Centro Studi Camere di Commercio Tagliacarne). Da qui la riflessione. «Se per l’area commerciale è opportuno puntare su una ridefinizione dell’offerta, sul servizio e sulla omnicanalità, per quanto riguarda il mondo impresa in generale è necessario tornare a spingere l’acceleratore sulle start up, favorendone la nascita perché portano ricchezza, dinamismo e competitività al sistema economico, hanno maggior propensione nei confronti dell’innovazione e delle nuove tecnologie e sono più attente ai temi della sostenibilità». Non mancano i progetti di start up capaci di portare innovazione, a livello italiano e anche nel Lodigiano, come la macchina per estrarre acqua dall’aria. Ma è l’approccio di sistema che può fare la differenza «Dobbiamo tornare a credere in un modo innovativo di fare impresa, ciascuno per la propria parte: offrendo servizi e mettendo a punto bandi per lo sviluppo, detassando le fasi di avviamento, fornendo incubatori di impresa, implementando progetti di urban planning che integrino al meglio le nuove realtà e ne facciano tesoro – conclude la nota Asvicom -. Solo un approccio condiviso e collettivo tra istituzioni, associazioni datoriali e territori potrà contribuire a invertire il segno delle prossime rilevazioni congiunturali».

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