Apertura ai prodotti sudamericani: l’allarme di Confagricoltura

Unione europea e libero scambio

Amare sorprese sotto l’albero: l’agricoltura ancora una volta sacrificata da Mercosur e misure insufficienti per i danni indiretti da Psa. Porte d’Europa spalancate al mercato comune sudamericano che si appresta a entrare a “gamba tesa” nel campo agroalimentare italiano e dal Governo Italiano, sostiene Confagricoltura, soltanto briciole per sostenere gli allevatori italiani colpiti dalla peste suina africana.

«Il Natale si avvicina, ma sotto l’albero, per gli agricoltori, solo amare sorprese - commenta Francesco Pacchiarini, presidente di Confagricoltura Milano, Lodi, Monza Brianza -: l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i paesi del Mercosur (il mercato comune sudamericano, di cui sono membri Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia) apre le porte a importazioni massicce di prodotti agroalimentari, come carni bovine, pollame, riso e mais, provenienti da Paesi con standard produttivi e regole ben lontane da quelli europei, ma questa intesa, presentata come una grande opportunità commerciale, mette a rischio il nostro modello agricolo, perché non garantisce né equità né reciprocità e spalanca la strada a una concorrenza sleale per le nostre produzioni, compromettendo la sicurezza alimentare; inoltre il Governo Italiano preoccupa il mondo allevatoriale per gli esigui stanziamenti previsti dalla bozza di decreto sui ristori per i danni indiretti causati dalla Peste Suina Africana presentata alla Conferenza Stato - Regioni, testo ribattezzato “decretino” - aggiunge Pacchiarini -: soltanto 10 milioni di euro, peraltro senza una definizione chiara dei criteri di assegnazione. Noi speriamo si tratti solo di un anticipo di contributo, perché, tra speculazioni di mercato, personale in cassa integrazione o licenziato, mangimi stoccati senza possibilità di vendita o smaltimento, le aziende colpite indirettamente dalla PSA sono al collasso».

Seppur su fronti diversi, i due provvedimenti condividono una matrice comune: sacrificano gli agricoltori, lasciandoli soli di fronte a sfide ed emergenze globali.

“Non possiamo accettare che l’agricoltura venga trattata come un elemento marginale delle politiche economiche e commerciali - conclude Pacchiarini -: il settore non è un capitolo di bilancio da comprimere, ma la base del futuro alimentare ed economico del Paese. Ci aspettiamo scelte più coraggiose e lungimiranti”. 

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