Anche la logistica fa i conti con il Covid

Nel Lodigiano bloccati interi magazzini con prodotti destinati a bar e ristoranti

Anche la logistica soffre il lockdown soft in atto nelle zone rosse regionali. La distribuzione di prodotti per il canale Horeca (Hotels, Restaurant & Catering, compresi i bar) è in flessione del 40 per cento, i volumi complessivi del traffico logistico scendono dell’8 per cento. La distribuzione alla Gdo e quella dei prodotti perimetrali alla pandemia (guanti, mascherine, disinfettanti) non compensano le diminuzioni generalizzate. È la fotografia del settore fatta da un’azienda leader come Zust Ambrosetti, gruppo AF Ferrari, che nel suo magazzino di Codogno ha importanti stock di prodotti beverage destinati a bar e ristoranti fermi ormai da 15 giorni.

«Ci sono alcuni magazzini del gruppo pieni di stock fermi, che non sapremo quando potremo muovere – racconta l’amministratore delegato di Zust Ambrosetti Elena Maria Piatti -. In alcuni casi specifici del settore Horeca, i volumi movimentati sono il 25 per cento di quanto programmato a livello di piani distributivi con primari attori mondiali del settore beverage. Al contrario abbiamo clienti nella grande distribuzione che nel corso del primo lockdown hanno fatto numeri impressionanti, e che ora mantengono i volumi, e qualche singolo prodotto che sovraperforma il mercato, per esempio i guanti monouso. Ma complessivamente la situazione è difficile, perché il problema delle giacenze oltre a produrre un calo di fatturato nell’immediato, porta delle inefficienze nella catena distributiva. E non sappiamo per quanto tempo andrà avanti».

Alcuni settori sono completamente fermi, come quello legato alla moda o il beverage e il wine & spirits. Le difficoltà della logistica in questi ambiti riflettono direttamente le limitazioni imposte a livello governativo per il contenimento del virus. «Non siamo di fronte al calo del 60 o 70 per cento che si era registrato nel primo lockdown di primavera, ma alcuni settori sono in fortissima sofferenza e il risultato è che la movimentazione complessiva delle merci flette di circa l’8 per cento, con punte del 40 per cento per i segmenti destinati al beverage per il canale dei bar e dei ristoranti – spiega Giampaolo Foppiani, direttore operativo di Zust Ambrosetti -. In più, c’è il problema degli stock a magazzino: i clienti avevano già mosso le merci nei nostri depositi e ora le lasciano in giacenza. Questo rappresenta una perdita di fatturato diretto sulla distribuzione e una minore efficienza del sistema logistico nel suo complesso. Si tenga conto che ci sono spese fisse di struttura e personale, e che la logistica è basata sull’economia di scala. Tenere fermi interi magazzini di merci ha un costo».

Ci sono settori che in realtà vanno bene, e non sentono il peso del lockdown soft. «Ci sono maggiori volumi nei prodotti caratteristici di questa fase pandemica, mascherine o guanti per esempio, ma altri come i prodotti igienizzanti risentono anch’essi della chiusura del canale Horeca, che era tra i principali consumatori – conclude Foppiani -. Anche la Gdo regge, ma non sovraperforma come aveva fatto in primavera, forse perché c’è una minor corsa all’acquisto al supermercato da parte dei consumatori. Nel complesso, le criticità del lockdown hanno ricadute dirette, mentre le potenziali occasioni non sono tali da compensare le perdite globali».

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