AGRICOLTURA In crescita le imprese dei giovani

Balzo in avanti in un anno del 7,6 per cento dell’aziende di under 35

Appassionati, innovatori e convinti di aver fatto la scelta giusta. I giovani che decidono di investire energie e denaro in agricoltura sono sempre di più. Il loro numero aumenta poco alla volta, ma con regolarità da alcuni anni a questa parte. Nel Lodigiano, alla fine del 2022, si sono contate 71 imprese agricole gestite da under 35 (il 7,6% in più rispetto al 2021), in tutta Lombardia 3.524 (il 2,8% in più). In molti casi - riferisce la Coldiretti interprovinciale - si tratta di attività all’avanguardia: una su tre è informatizzata e una su quattro ha realizzato innovazioni in azienda nell’ultimo triennio.

Tra le imprese lodigiane gestite da giovani c’è la “Società agricola Gimondi” di Montanaso, con un allevamento di 230 vacche di cui 120 in lattazione. «Cinque anni fa abbiamo preso in gestione l’attività di nostro padre - spiega Emanuele Gimondi, 27 anni, contitolare dell’azienda con i due fratelli di 32 e 37 anni - e siamo molto soddisfatti di come stanno andando le cose. Da subito abbiamo deciso di investire in nuove tecnologie, ad esempio nell’uso dei pedometri: sono dei braccialetti che vengono applicati al piede dell’animale e che, attraverso dei dati trasmessi al computer, servono per capire quale sia il momento giusto per la fecondazione, ma anche per sapere in tempo reale se l’animale è in buona salute oppure ha bisogno di cure. Inoltre, grazie ad un finanziamento statale indirizzato all’agricoltura 4.0, abbiamo comprato un trattore con sistema satellitare della guida e della mappatura dei campi. Investire nelle nuove tecnologie comporta un certo impegno economico, ma il lavoro ci sta dando parecchie soddisfazioni: abbiamo aumentato sia la produzione, sia il punteggio sulla certificazione del benessere animale».

Una giovanissima voce arriva dalla campagna di Cervignano d’Adda. E’ quella di Michele Grugni, 21 anni, coadiuvante nell’azienda del papà e dello zio, la “Società agricola Grugni Silvano, Fabio e Gian Enrico”, con un allevamento di 530 vacche da latte (che sommate alle bovine da rimonta portano il totale a 1.100 animali). «Dopo le scuole superiori frequentate all’Istituto agrario di Codogno avevo deciso di andare all’università – racconta - ma poi c’è stata la pandemia e quando è finita ho deciso di investire il mio futuro nell’azienda di famiglia, all’interno della quale mi occupo del settore zootecnico, cioè delle stalle. In questo periodo stiamo progettando una spesa importante, quella per un servizio di genotipizzazione, la lettura del Dna allo scopo di migliorare la performance della nostra stalla. Stiamo valutando quale azienda possa fornirci il servizio migliore, vorremmo partire già a settembre».

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