AGRICOLTURA E INNOVAZIONE Benessere animale e biologico a Zelo Buon Persico

La ricetta della società agricola Fratelli Brambilla

Un perfetto connubio tra tradizione e innovazione. La società agricola Fratelli Brambilla, condotta dai fratelli Aldo Michele e Diego, insieme ai rispettivi figli Paolo e Sergio, è immersa nelle campagne tra Comazzo, Marzano di Merlino e Zelo Buon Persico, con due sedi produttive, dal 2000 certificate biologiche, prima dall’organismo di controllo ICEA (Istituto per la certificazione etica ed ambientale) e dal 2022 dalla società Qualitaly, dove si allevano circa 2000 suini e 500 vacche da latte, in prevalenza frisone.

È il co-titolare Paolo Brambilla, presidente della Federazione regionale di prodotto agricoltura biologica di Confagricoltura Lombardia, a raccontare l’esperienza aziendale della sua famiglia, nella prima tappa dell’iniziativa di comunicazione “Confinnovazione”, promossa dall’organizzazione agricola interprovinciale di Milano Lodi Monza Brianza, in collaborazione con il quotidiano “Il Cittadino”, per raccontare alcuni esempi eccellenti del territorio che hanno scelto la strada della conversione aziendale verso modelli più sostenibili e all’avanguardia.

«La nostra filosofia aziendale è incentrata sul benessere animale»

«La nostra filosofia aziendale - spiega Brambilla - è incentrata sul benessere animale e su un sistema di allevamento biologico che prevede l’adeguamento a standard molto rigorosi: spazi all’aperto per i suini, in appositi box esterni, e per i bovini, che hanno a disposizione ampi appezzamenti destinati al pascolo, un uso limitato di antibiotici e una cura specifica dell’alimentazione, in parte con foraggi coltivati sui nostri terreni (450 ettari complessivi di cui 380 di proprietà e la parte restante concessi in affitto dalla Fondazione Patrimonio Ca’ Granda, ndr), senza l’uso di diserbanti o concimi chimici, e in parte costituita da prodotti acquistati, sempre certificati “bio”. Abbiamo intrapreso questo percorso più di 20 anni fa, ma gli investimenti proseguono per aumentare i livelli di sicurezza e la qualità della produzione di carne e latte».

La ristrutturazione complessiva della stalla delle bovine da latte, nella cascina Coltivi di Zelo, è forse l’intervento più intraprendente e impegnativo realizzato in questa logica dall’azienda che, sfruttando i finanziamenti europei del PSR 2014-2020 (Piano di sviluppo rurale), ha rivoluzionato la struttura per offrire più agi e comfort agli animali, in termini di possibilità di movimento, nutrizione e regolazione della temperatura.

La svolta è arrivata con l’installazione di quattro moderni robot di mungitura, marchio DeLaval, a traffico libero, dotati di altrettante postazioni, al centro della stalla, che lasciano gli animali liberi di decidere quando essere munti, nell’arco di 24 ore. Un sistema di identificazione riconosce la vacca, determinando se è trascorso l’intervallo di tempo necessario a procedere a una nuova mungitura. In caso positivo, un braccio robotizzato attacca le tettarelle alle mammelle dell’animale con l’ausilio di telecamere. Le macchine svolgono in completa autonomia l’operazione, rilevando al contempo per ogni bovina i dati vitali e relativi alle caratteristiche del prodotto.

La produzione aziendale complessiva si attesta oggi a 130 quintali di latte bio al giorno, con destinazione alimentare. In collaborazione con la Fondazione Sviluppo Ca’ Grande e la Padania Alimenti di Cremona è nata la linea “Latte Bio Ca’ Granda”, distribuita sugli scaffali dei supermercati Esselunga. L’utile derivante dalle vendite è destinato a finanziare progetti di ricerca scientifica del Policlinico di Milano il cui patrimonio rurale è gestito dalla fondazione.

«Grazie ai nuovi robot, siamo riusciti a passare da due a tre mungiture al giorno, con una resa produttiva media salita da 29 a 34 litri. Il sistema permette di impostare una serie di alert che ci avvisano quando si verifica un calo di produzione o in presenza di parametri alterati, permettendoci quindi anche di fare prevenzione. Il vantaggio - conclude Brambilla - è sotto il profilo della resa, della qualità, della sicurezza e anche tecnico e gestionale per gli addetti. Il modello biologico richiede ricerca, esperienza e risorse che ripagano e ci permettono di stare al passo con i tempi».

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