Tüti i san che al giög dla scua lè al giög di müt

Lè no che vori parlà da netà la cà cun la scua, ma püsè facilment dal giög di cart che as ciama scua d’ass. Credi che tüti savarì da che roba som adrè a parlà. Donca, tüti i dopdisnà a cinc ur quand i ingles i bevun al te e i spagnöi i van ala corida, mi vo al bar ad l’uratori a giügà a scua d’ass. Som vün di püsè gram parchè am ricordi mai i cart ch’è s’abele andai, ma ch’ialtor im vörun inden istess un po’ par ved se migliuri, un po’ par al güst da vusam adrè. Tüti i san che al giög dla scua lè al giög di müt, ciuè as pöd no parlà tant che as giöca: i “commenti” i s’fan ala fin. L’altra sira stevi cun vün bon che, però, al pröva güst a vusam adrè. Finid una partita al cumincia: “Chè ca giügat al prim set?” E mi: “Am ricordi pü!” E lü: “Mi l’ho giügad, testina, e ti at ghevi da rispundom, insì, invece, em pers primiera, ori e set bel!” Mi ho cercad da scüsam: “Ma mi cürevi la napula e ho ciapad al tri da denar par ved se püdevom fa tri o püsè ad napula”. Ma lü l’era no cuntent e al ma dit:” Prima as fan i punt dal mas, dopu as cüra la napula”. Però qualche volta am ciapi anca mi i me sudisfasion, tame cla volta là che stevi cun un me amis bon, ciuè, gram tame mi e em fai Napuleon cuntra dü che ierun ritegnüd da tüti dü di püsè bon. Alura em fai tant ghet e vurevom fagol savè a tüt Fumbi; una volta gh’era al giurnalin e saresom cuntentad ad quel, ma la roba l’era trop grosa e la gheva da veg una risonansa nasiunalo anca püsè e, alura, em pensad che al “Citadino” l’era al giurnal giüst par dig a tüt al mund che tüti ien bon da giügà a scua d’ass quand i vedun quator ass ala volta! Ma mi am rintruna amò in dla ment quand al me sociu, una volta, al ma dit:” s’na fet in man da cal tri lì, vedot no che lè dispor, at ghevi da giügal prima; darsedot una buna volta, donca!” Vialtor credarì miga che parchè am vusun adrè mi ciapi pagüra? Sto föra un para ad man e pö rientri amò ala grande…. Gioga al tri donca!!!

TUTTI SANNO CHE IL GIOCO DELLA SCOPA D’ASSI È DEFINITO IL GIOCO DEI MUTI (traduzione)Non è che voglio parlare di pulire la casa con la scopa, ma molto più facilmente del più bel gioco con le carte: la scopa d’assi. Credo che tutti sappiate di cosa sto parlando. Dunque, tutti i pomeriggi, alle cinque, quando gli inglesi si fermano per il te e gli spagnoli entrano nell’arena per la corrida, io, più modestamente, mi reco al bar dell’oratorio di Fombio per farmi una partita o due a scopa d’assi. Sono uno dei peggiori giocatori del gruppo soprattutto perché non ricordo le carte già giocate, ma gli amici mi coinvolgono ugualmente un po’ per controllare i miei pochi miglioramenti, molto di più per il gusto di sottolineare, alzando la voce con improperi quasi sempre benevoli, i miei tanti errori. Tutti sanno che il gioco della scopa d’assi è definito il gioco dei muti perché non si può dire nulla durante la partita: i commenti si fanno alla fine. L’altra sera, giocavo con un amico molto più preparato di me che trova spesso la maniera di sottolineare gli sbagli che continuo a ripetere. Finita la partita comincia a dirmi: “Chi ha giocato il primo sette?” E io: “Non lo ricordo!” Lui replica: “Io l’ho giocato e tu dovevi rispondermi con un altro sette, così, invece, abbiamo perso primiera, ori e sette bello!” Io ho cercato di scusarmi arrampicandomi un pochino sui vetri: “Stavo controllando la napola (cioè, per i pochi che non lo sapessero, prendere almeno asso, due e tre di denari) e ho preso il tre di denari per cercare di fare tre o più punti di napola!” Ma lui è stato irremovibile: “Prima si fanno i punti del mazzo, poi si pensa alla napola!”Però, qualche volta, (poche in verità) anch’io mi prendo le mie piccole soddisfazioni come quella volta che giocavo con un mio amico capace (cioè incapace) come me e, nonostante questo, abbiamo fatto Napoleone (cioè abbiamo preso tutti e dieci i denari dall’asso al re), il massimo punteggio che si possa ottenere a scopa d’assi ed eravamo contro due avversari ritenuti da tutti il meglio che c’è sulla piazza di Fombio in materia di scopa d’assi. Allora ci siamo inorgogliti e volevamo farlo sapere a tutto Fombio; una volta c’era il giornalino parrocchiale e, forse, ci saremmo accontentati di quello, ma la vittoria era veramente grandiosa e doveva, giustamente, avere risonanza nazionale e forse più. Così abbiamo pensato che “Il Cittadino” fosse lo strumento di propaganda ideale per far sapere a tutto il mondo (compresi inglesi e spagnoli che alle cinque del pomeriggio hanno altro da fare) che tutti sono bravi a giocare a scopa d’assi quando si hanno in mano quattro assi alla volta.Ma a me rintronano ancora nelle orecchie le parole che un mio compagno a scopa soprannominato “il Professore” mi ha ribadito una volta che ero rimasto con il tre di picche in mano:”Cosa ne fai in mano di quel tre, non ti sei accorto che è dispari, dovevi giocarlo prima, giocatore di serie B”. Voi credete che perché mi hanno declassato abbia preso paura? Ho aspettato un paio di giri e poi sono rientrato alla grande… Giöga al tri sumarel…

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