Western moderno e auto veloci

«Fammi vedere come guidi e ti dirò chi sei». Anche se non è così semplice come sembra.

Bentornati a bordo e allacciatevi le cinture di sicurezza perché questo è Fast&Furious episodio numero 6, quello che riporta in vita la banda di Dom Toretto (Vin Diesel) al gran completo per una nuova missione ai massimi giri di motore. Antieroi per i quali non esiste possibilità di amnistia, saranno richiamati in servizio per “giocare” per una volta dalla parte del bene e sgominare un’organizzazione criminale. Ma soprattutto per riprendersi Letty, antico amore di Dom creduta morta, e poter finalmente conquistarsi il diritto a tornare a casa.

Uno schema semplice e classico allo stesso tempo: Toretto criminale in pensione che si gode il “buen ritiro” senza estradizione viene richiamato in gioco dalla voglia di vendetta e dalla convinzione che in fondo una vita intera tra giardino, birra e barbecue alla fine può anche sembrare noiosa… Ecco la chiave per far ripartire il meccanismo, un ingranaggio che ha la stessa geometria di un videogame, gli stessi colori: la macchina bianca contro la macchina nera, il contagiri perennemente a finecorsa, lo scatto della leva del cambio. Gli stessi rumori di un’enorme sala giochi. In cui i piloti si sfidano come in un western ultramoderno, con le auto al posto dei cavalli.

Ma questi film bisogna saperli fare e Justin Lin è regista che ha dimostrato di saperci fare con il genere: inutile risparmiare in muscoli e testosterone e per quanto riguarda dialoghi e gergo, beh anche qui c’è un codice da rispettare. «Se vuoi catturare i lupi devi usare i lupi»: questa la regola della caccia senza regole. Con, in aggiunta, «macchine che volano nel cielo e numeri da 007»: non fosse stato ancora abbastanza chiaro lo svelano gli stessi protagonisti davanti a cosa ci troviamo. E se James Bond ha alzato il tiro ed è diventato eroe complesso e con tante sfumature Vin Diesel e Fast&Furious ne occupano lo spazio lasciato libero al centro. In fondo questa è una saga che ha avuto smalto e idee a sufficienza per arrivare (con alterne fortune in verità) al sesto episodio e questo film anzi si distingue anche tra i più riusciti fra quelli recenti. La serie ha fatto passi in avanti e, superate le automobili truccate, è ormai un action a tutto tondo, girato tra Mosca, Londra, Los Angeles e Spagna, con la squadra di Dom sulle tracce di un tizio che fugge a bordo di una Formula 1 truccata da auto di Batman. Tutti ingredienti miscelati in dosi massicce, tra inseguimenti e sparatorie, ma sempre ben riconoscibili dal pubblico in cerca di emozioni forti.

C’è Jena Plissken e c’è pure John McClane. E le gare clandestine ridotte ormai quasi a un pretesto, anche se restano il marchio della casa. C’è un utilizzo estremo dei corpi e del genere, azione combinata a una robusta dose di virile ironia e la sfida a farla “sempre più grossa”, fino alla fuga in carro armato tra i viadotti dell’autostrada o l’inseguimento interminabile a un aeroplano in decollo. Onore, famiglia, un codice scarno ed essenziale e il legame con l’auto «come un matrimonio. Con la differenza che non si fregano la metà dei soldi quando le lasci»... Messaggi semplici e chiari, spesso violenti, ma rispettosi dell’etica della strada e del genere. Con un finale di laiche preghiere invocando macchine veloci, per conquistarsi il ritorno a casa.

PRIMA VISIONE - «Fammi vedere come guidi e ti dirò chi sei». Anche se non è così semplice come sembra. Bentornati a bordo e allacciatevi le cinture di sicurezza perché questo è Fast&Furious episodio numero 6, quello che riporta in vita la banda di Dom Toretto...

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