Venezia, un festival di rivelazioni

Un’opera “mondo”, un cinema d’arte ritrovato si è aggiudicato la 68esima edizione della Mostra di Venezia. Il presidente della giuria Darren Aronofsky ha raccontato durante la cerimonia finale di «un lavoro difficile, che ci ha resi nervosi per la complessità di dover fare una scelta tra tanti film di valore», e alla fine ha consegnato il premio più prestigioso nelle mani del russo Aleksander Sokurov, regista del monumentale Faust che ha scosso sguardi e coscienze del pubblico del festival. Un’opera di altissima qualità, un film d’arte che si è aggiudicato la Mostra d’arte di Venezia superando la concorrenza di tanti altri film di grande valore. A poche ore dal verdetto l’opera di Sokurov si divideva il pronostico con altri titoli altrettanto validi, alla fine ha trionfato lui, in un palmares che è risultato di grande qualità. Non sono mancate le sorprese (l’esclusione di Polanski e Clooney, il riconoscimento a Crialese, quello a Lombardi per la migliore opera prima) ma alla fine il giudizio è condiviso e condivisibile. Qualcuno si è detto spaventato per un verdetto che ha premiato un film come Faust complesso e di difficile lettura, che non “avvicina” certo il pubblico, ma la giuria di una Mostra d’arte non può fare questi calcoli e deve scegliere guardando e selezionando le eccellenze che la rassegna ha presentato. In questo senso il lavoro, come ammesso dal presidente Aronofsky, non deve essere stato semplice: bisogna dire infatti che il festival 2011 si è rivelato complessivamente di ottima qualità, tanti i buoni film inseriti in cartellone come testimonia anche il verdetto della giuria che ha assegnato il Leone d’argento per la miglior regia a Cai Shangjun per il film Ren shan ren hai e il suo Premio Speciale a Terraferma di Emanuele Crialese. Il primo sembrava uno dei più seri candidati alla vittoria finale e si accontenta del “secondo posto”, l’italiano invece arriva un po’ a sorpresa: snobbato dalla critica, applauditissimo dal pubblico Terraferma non è probabilmente il miglior film del regista siciliano, ma è certo un’opera di grande attualità che conferma il talento del suo autore. C

ondivisibili anche i premi agli interpreti: Michael Fassbender che ha vinto per Shame si sta affermando come uno degli attori più interessanti della sua generazione (a Venezia ad esempio era presente anche con A dangerous method di Cronenberg) mentre la Coppa Volpi come migliore attrice a Deanie Yip per Tao Jie (A Simple Life) sembra un po’ un risarcimento per uno dei film più belli visti in rassegna che si è dovuto “accontentare” di questo riconoscimento. Così come l’Osella per la migliore sceneggiatura andata a Efthymis Filippou e Yorgos Lanthimos per Alpis ha messo tra i migliori un altro dei film più interessanti passati sullo schermo.

Infine grande gioia per il Leone del futuro a La-Bas di Guido Lombardi che regala speranza per il domani del nostro cinema. In chiusura hanno lasciato il segno le parole commosse del direttore Marco Muller che è arrivato alla scadenza del suo secondo mandato e non ha ancora ricevuto conferme: guardando alla qualità del’ultima edizione la meriterebbe.

SPECIALE VENEZIA - Un’opera “mondo”, un cinema d’arte ritrovato si è aggiudicato la 68esima edizione della Mostra di Venezia. Il presidente della giuria Darren Aronofsky ha raccontato durante la cerimonia finale di «un lavoro difficile...

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