Venezia 77, una Mostra-laboratorio

Sul “Cittadino” una pagina speciale tutti i giorni fino alla chiusura del festival del cinema

Una Mostra-laboratorio. Per una volta non sui contenuti (o, almeno, non solo su quelli) ma innanzitutto sulla forma, sul metodo. L’edizione 2020 del festival di Venezia, la numero 77, è diventata per forza di cose la più coraggiosa e sperimentale di sempre: «Avremmo potuto non farla», ha detto il direttore Alberto Barbera, con sottinteso “rischiando molto meno”. Invece la Biennale ha accettato la sfida diventando di fatto il primo grande evento internazionale a svolgersi “in presenza” - con pubblico, ospiti, accreditati – in epoca Covid, esaurito il lockdown. Qui si sperimenterà in questi dieci giorni (fino al 12 settembre) un modello che dovrà servire per il rilancio dell’intero settore del cinema. Questa almeno è la speranza.
Anche il “Cittadino” farà la sua parte: da domani, giovedì 3 settembre, una pagina speciale dedicata al festival tutti i giorni fino alla chiusura: si parte con le recensioni della prima proiezione - “Lacci” di Luchetti, fuori concorso, stasera dopo la cerimonia di apertura - e della pellicola greca “Mila” della sezione Orizzonti, oltre a uno sguardo sulla novità della Mostra in streaming e un’altra produzione influenzata dal recente lockdown.

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