Una spy-story per l’ex cattivo

Gru ormai ha una famiglia. E si sta anche innamorando. Non è più tempo ormai per essere “cattivissimi”.

Le conseguenze dell’amore contano anche per gli eroi dei cartoni, peggio ancora se sei Gru, cinico e irresistibile anti-eroe protagonista di Cattivissimo me ora diventato saga con questo secondo episodio. Dunque nella sua casa laboratorio hanno fatto irruzione le tre bimbe adottate nel primo episodio e persino il Dottor Nefario non è più lo stesso. Anziché progettare terribili e comiche imprese “cattivissime” con l’aiuto dei gialli Minions è costretto a cercare la ricetta per produrre gelatine e marmellate per la nuova attività del suo principale diventato padre rispettabile.

Cosa può capitare di peggio (o di meglio...) al più cattivo di “cartoonia”? Ovvio, diventare buono. Proprio la sorte che tocca a Gru, impegnato in feste di compleanno e produzione di marmellate, e lontano ormai anni luce dai propositi di cattiveria di un tempo. Certo, fino a quando non viene coinvolto in una “mission impossible” dalla Lega Anti Cattivi, che cerca l’uomo giusto per dare la caccia al nuovo pericolo pubblico numero uno.

Inizia come una spy story, con musica incalzante ed evocativa, questo secondo episodio diventato quasi “obbligato” dopo il grande successo dell’originale che qui si cerca di replicare mischiando le carte sul tavolo. Restano i bellissimi personaggi, da Gru ai Minions, alle tre bimbe ormai parte della famiglia, ma è obbligatoria la ricerca di una chiave nuova, andata persa quella del carattere principale del protagonista. Ecco allora la virata sul “genere” immaginata da regista e sceneggiatori (Chris Renaud-Pierre Coffin alla regia e Cinco Paul-Ken Daurio alla sceneggiatura): Cattivissimo me 2 diventa una sorta di film d’azione, con i protagonisti animati immersi in un’avventura di spionaggio, che mantiene alto il livello del divertimento. Anche se perde quasi del tutto l’originalità del primo episodio, legata alla chiave “politicamente scorretta” dell’eroe-cattivo elevato a protagonista irresistibile.

Il bello dell’animazione è che puoi inventarla sempre più “grossa”, immaginare marchingegni e situazioni al limite dell’immaginabile, lasciando poi alla computer grafica l’incombenza di realizzare praticamente ogni sogno degno del creativo più fantasioso. Si può così girare una spy story con personaggi goffi e comici seguendo un po’ la lezione dei Coen, mettendo in scena un’avventura divertente piena di citazioni cinematografiche, che vanno da Matrix a Peter Pan a Kill Bill. E non è una traccia secondaria questa nel testo di Cattivissimo me 2 che stimola il pubblico cinefilo a fare a gara per individuare gli omaggi nascosti lungo la trama.

Rispetto al primo film, con cui è impossibile non confrontarsi, dà quindi maggiore spazio ad alcuni personaggi (i gialli Minions che diventano protagonisti) e meno ad altri, dovendo inventare una nuova chiave di lettura che comunque affermi la morale già imparata da Gru in quel finale: senza amore si diventa cattivi e non si può essere felici...

Le gag allora sono legate agli impacci dell’ex supercattivo che si ritrova ad avere le paure del genitore alle prese con la figlia al suo primo appuntamento. O che sconta su se stesso i palpiti dell’adolescente innamorato. In questa maniera gli autori si rivolgono a un pubblico di adulti almeno quanto quello dei bambini, seguendo lo schema di cartoni fatti per i piccoli pensando ai grandi. Mentre Gru rivela a se stesso e al pubblico la semplice equazione valida al cinema e in letteratura: i “cattivi” sono sempre più affascinanti. E in questo caso anche divertenti.

PRIMA VISIONE Gru ormai ha una famiglia. E si sta anche innamorando: non è più tempo ormai per essere “cattivissimi”...

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