Una Medaglia d’oro dalla Spagna a Nucci

Non si sono ancora spenti gli applausi torrenziali della seconda (e purtroppo ultima) recita di uno spettacolare “Nabucco” che lo ha visto strabiliare a Piacenza, ed ecco che a Leo Nucci squilla il telefono. Non uno dei chissà quanti messaggi di congratulazioni e di ringraziamento per le emozioni e i batticuori che non manca mai di dispensare in scena, ma una chiamata internazionale, partita da Madrid. Qualche ora prima che in un Municipale ancora una volta “sold out” si alzasse il sipario sulla conversione del tiranno e sul destino del popolo d’Israele, il Consiglio dei Ministri spagnolo ha infatti insignito il grande baritono lodigiano della prestigiosa Medaglia d’Oro al merito per l’impegno e il contributo offerto all’Arte: a permettere a Nucci di aggiudicarsi un’onorificenza che lo vede unico italiano in un parterre di eccellenze internazionali appartenenti agli ambiti più disparati (tra essi, spicca il nome della violinista tedesca Anne Sophie Mutter), è l’oltre mezzo secolo di instancabile attività nei più grandi teatri del mondo tra cui appunto quelli spagnoli, dove il baritono lodigiano è abituale, acclamatissimo ospite, beniamino del pubblico tanto da far parlare i giornali di un’autentica “Nuccimania”. Prima di lui, non era mai stato infranto il tabu del bis; oggi, nessuno vi rinuncerebbe, nemmeno la Regina Sofia, che lo scorso novembre non ha voluto mancare all’ennesima prodezza del Rigoletto per eccellenza, a sottolineare come la firma di Nucci sia ambasciatrice di italianità e di bellezza, oggi ancor più di ieri. Seconda telefonata: questa volta firma dell’ambasciatore spagnolo in Italia, a nome del governo e dello stesso Re Filippo VI, per congratularsi personalmente di un riconoscimento che suggella un rapporto privilegiato, intenso e longevo tra il pubblico spagnolo e il più grande interprete del teatro d’opera italiano. Dal sovrano di un regno, l’inchino a un sovrano della musica.

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