Una festa per tre ai “Premi Barbarossa”

Una delle tante leggende relative alla figura di Federico Barbarossa narra che l’imperatore non sia effettivamente morto, bensì dorma in una grotta inaccessibile, rapito da un incantesimo, in attesa di tornare un giorno a nuova gloria. Ovunque si trovi, colui che nel 1158 fondò la città di Lodi avrà sorriso guardando i suoi “figli” migliori ritirare il premio dedicato al suo nome, un riconoscimento che da otto anni omaggia personaggi che attraverso la loro attività onorano il territorio lodigiano. Inventato dal compianto giornalista Giuseppe De Carli, il “Premio Barbarossa” ha proseguito il suo percorso grazie a Ferruccio Pallavera, direttore de «il Cittadino», Laura De Mattè (Associazione Poesia, La vita) e Duccio Castellotti, presidente della Fondazione della Banca Popolare di Lodi. Proprio gli spazi Bipielle Arte in via Polenghi, dove in questi giorni è in scena la splendida mostra Grandi Maestri. Capolavori dalla collezione del Banco Popolare, ha ospitato sabato mattina la cerimonia di premiazione con la consegna di targa e pergamena a monsignor Giuseppe Cremascoli, Franco Forte e Marina Arensi. Tre lodigiani che «con la loro opera hanno dato lustro al territorio», come ha spiegato in apertura Ferruccio Pallavera. Laura De Mattè ha quindi ricordato i nomi dei 21 premiati delle scorse edizioni, mentre Duccio Castellotti si è soffermato sulla mostra in scena alla Bipielle («investire in cultura e in arte può aiutarci a comprendere meglio il nostro tempo»), ringraziando infine i tre vincitori, «esploratori di coscienze nei loro rispettivi campi». La cerimonia, allietata dagli intermezzi musicali del Quartetto di fiati dell’Accademia Gerundia che ha proposto due brani di Rossini, è entrata nel vivo con la consegna dei premi. Il vescovo di Lodi, monsignor Maurizio Malvestiti, ha omaggiato Giuseppe Cremascoli, ricordando nel suo discorso la figura di De Carli: «A Roma lo incontravo spesso. Veniva a chiedermi di poter intervistare i cardinali, lo ricordo con affetto e gratitudine». Quindi Cremascoli, canonico effettivo del Capitolo della Cattedrale di Lodi, professore ordinario emerito presso l’università statale di Bologna e autore di oltre 600 pubblicazioni, ha citato un passo di Platone, perplesso di fronte all’abbondanza di prodotti culturali già al suo tempo. «Tocca a noi scegliere se navigare su una zattera o su una solida nave, che è la parola di Dio». Lorenzo Guerini, ex sindaco di Lodi e numero 2 del Pd («è un piacere tornare a Lodi per un premio così importante») ha consegnato il riconoscimento a Franco Forte, autore di 16 romanzi storici, nonché sceneggiatore e consulente editoriale. «La figura del Barbarossa mi rincorre da anni. Chissà che questo premio non sia la premessa per un romanzo sulla fondazione di Lodi». Infine Marina Arensi, critica d’arte, collaboratrice del «Cittadino» e autrice di volumi di tema storico e artistico, ha voluto dedicare il premio alla sua prima nipote femmina, Nina, nata pochi giorni fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA