Una “Cartella” con quattro firme per il ricordo “di un amico”

Pubblicata la raccolta di incisioni curata dall’associazione intitolata a monsignor Luciano Quartieri

Obiettivo: la presenza. «Appena possibile torneremo con le nostre rassegne alla Sala Bipielle Arte», dice il presidente dell’associazione Monsignor Quartieri, Gianmaria Bellocchio. «Nel frattempo, ci è sembrato importante farci sentire comunque presenti, entrare nelle case e tra le persone: ci siamo riusciti attraverso la Cartella della serie “In ricordo di un amico”». A venticinque anni dalla scomparsa di don Luciano, al quale l’associazione è intitolata, l’iniziativa ricorda il gesto del sacerdote che in prossimità del Natale donava ai collaboratori un foglio inciso: delle quattro stampe della Cartella, ciascuna con una tiratura in 80 numeri arabi e 20 romani, un esemplare viene ora donato ai soci e collaboratori del sodalizio. Momentaneamente sospeso il percorso espositivo che avrebbe dovuto animare la stagione invernale nello spazio gestito dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi, a cominciare proprio dalla rassegna “Le stanze della grafica d’arte” che di anno in anno ha avuto per protagonisti gli incisori firmatari dei quattro fogli: «Senza gli eventi collaterali, bloccati dalle misure sanitarie, la mostra non avrebbe senso - spiega Bellocchio - e nell’attuale incertezza appare rischioso sostenere le spese per il catalogo e gli allestimenti». La scoperta dei mondi e dei linguaggi degli autori è dunque affidata alla sola Cartella, completata da una lettera di fine anno dello stesso Bellocchio, dalle biografie degli incisori e da una selezione di poesie di Attilio Bertolucci avvicinabili alle immagini, delle quali propone una lettura non stilistica, ma tematica, il testo di Walter Pazzaia.

Del lodigiano Teodoro Cotugno è la soffice acquaforte “Cascina Favalla” che riesce a compendiare attraverso il segno morbido e sottile la forza della leggerezza, nella memoria di un passato che ha nei cascinali del territorio gli emblemi e la storia. Storia richiamata invece nei grandi temi della classicità dall’acquaforte di Livio Ceschin di Treviso che si allontana questa volta dal respiro vibrante tra alberi e neve, per parlare “Dai pietrosi siti” di un omaggio a Piranesi con il noto segno libero e lirico che conduce tra le rovine, percorse dal silenzio protagonista della sua poetica. Una “Rosa bianca” dai forti contrasti chiaroscurali è nella composizione di Teresita Terreno di Dogliani, mentre dedicata all’anniversario della morte di monsignor Quartieri avvenuta nel duomo cittadino è l’opera del lodigiano Lorenzo Bongiorni: l’uso del colore accorpato al bianco e nero dell’acquaforte vuole essere anche un omaggio allo scomparso Sergio Zanaboni, che con Bongiorni condusse le dimostrazioni di stampa nelle mostre dell’associazione.

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