Un sorriso amaro sulla vita e sull’amicizia

Luca è un medico italiano “di frontiera”, vive e lavora in un ospedale in Kenia dove coltiva l’aspetto umano e umanitario della professione. Mario è il suo grande amico ormai un po’ perso per la strada che è diventato stimato chirurgo in patria. Si ritrovano quando quest’ultimo parte per l’Africa, con la “scusa” di rimettere un po’ in sesto le idee e allontanarsi un po’ da casa, e in questo modo, in fuga come molti quarantenni, si mette su una strada che lo riporta verso l’antico compagno. Luca (Pierfrancesco Favino) e Mario (Stefano Accorsi), i protagonisti di La vita facile, amici da sempre, separati dal normale incedere della quotidianità, si trovano (per caso?) ma dovranno faticare non poco per riconoscersi davvero, per ristabilire l’antica intesa. A “disturbarli” irromperà poi a un certo punto Ginevra (Vittoria Puccini) la bella moglie di Mario che però è stata anche amata dal Luca, e che inevitabilmente finirà per scombinare le carte in tavola.

Una commedia virile, un anomalo road movie, un film che getta uno sguardo sul Continente nero, come tante altre volte il cinema italiano ha fatto nel corso del tempo. Questo è La vita facile di Lucio Pellegrini, regista che ha già dimostrato di saper giocare con le diverse declinazioni della commedia. Quella comica con Luca e Paolo (in Tandem), quella indipendente (anche in veste di produttore con Zanasi). E poi con il recente Figli delle stelle dove aveva allargato lo sguardo e aveva saputo dare una chiave originale al genere. Un’intuizione che si ripete e si affina con questo La vita facile in cui il regista mischia ancora una volta i toni, sfiora l’impegno, e non dimentica i “principi” basilari dettati dai padri fondatori. Un sorriso amaro, una leggerezza che nasconde altro, una nota di cattiveria che non è secondaria, anzi, che a un certo punto, in questo film più ancora che nei precedenti, si rivela determinante per lo sviluppo della storia e di alcuni personaggi in particolare.

Per questo il suo film appare non banale nello scenario del nostro cinema nazionale, che pure in questa stagione sta vivendo uno dei momenti più floridi in assoluto (in particolare dal punto di vista degli incassi, e non è poca cosa visto che al cinema poi le idee costano assai e i soldi del botteghino servono per produrre nuovi film e, qualche volta, scoprire nuovi talenti). Pellegrini dà l’impressione di non voler svelare nessuna verità rivelata, di non inseguire né “l’autorialità” (che spesso infatti diventa “autoreferenzialità”) né il capolavoro, ma piuttosto di preferire la storia da raccontare seguendo un filo che si dipana secondo regole semplici della scrittura cinematografica. In questo film non è la vicenda che appare nuova o che sorprende, ma a funzionare è la maniera in cui viene portata avanti, come sono raccontati e sviluppati i personaggi e come sono diretti gli attori che li interpretano. Semplice ed efficace.

PRIMA VISIONE - Il film della settimana è La vita facile di Lucio Pellegrini, con Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Vittoria Puccini

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