Un nuovo disco per Margherita

La cantautrice di Peschiera alla sua terza fatica

Da bambina sognava di diventare una cantante lirica. Poi un disco di Cat Stevens le fece cambiare idea, anche se le strutture classicheggianti emergono ancora nelle sue canzoni, gioiellini che lei definisce semplicemente di matrice “pop-folk”. Ma al di là delle etichette, la musica di Margherita Pirri, giovane e talentuosa cantautrice di Peschiera Borromeo, colpisce per la sua raffinata eleganza e perché, soprattutto, non segue alcuna moda né facili scappatoie commerciali. E il suo nuovo disco, Daydream, il terzo della serie dopo I’m changing e My secret place, è l’ennesima dimostrazione di talento, condensato in 13 brani prodotti, suonati e arrangiati dalla stessa Margherita. Un album fatto in casa ma che si presenta come un prodotto altamente professionale, con tanto di copertina cartonata e libretto con i testi delle canzoni, cantate in italiano, inglese, tedesco e francese. Quattro lingue per raccontare un mondo intimo e sognante, frammenti di vita quotidiana che si mischiano a una fervida fantasia.

«Sono canzoni che avevo nel cassetto, le ho scelte tra oltre duecento brani - racconta la 25enne artista peschierese, autrice anche di diverse musiche per noti spot pubblicitari (l’ultimo per la Bosch, in onda in tv in questi giorni) -. Non è stato semplice selezionare: ho inserito pezzi che mi piacevano particolarmente e canzoni che propongo spesso dal vivo per accontentare chi mi segue». Tra le 13 tracce spicca Cara Milano, dolcissimo inno alla città d’origine, il cui video, su Youtube, sta ricevendo sempre più consensi. «Ho scritto poche canzoni in italiano, per il semplice fatto che ho studiato fin da piccola alla scuola tedesca. Cara Milano è la canzone più autobiografica del disco, ho voluto omaggiare una città che viene spesso criticata ma che è parte integrante della mia vita a che non potrei mai lasciare». In Daydream Margherita suona chitarra, pianoforte, organo e sintetizzatore: «Ho cercato di fare un album di respiro internazionale, per questo canto in inglese, tedesco, francese e italiano. Quando scrivo una canzone parto dalla musica, ma ho già in mente l’ambientazione. A seconda della melodia scelgo in quale lingua cantare. Le difficoltà maggiori arrivano con l’italiano: ci sono poche parole tronche, quindi bisogna studiare strutture musicali più complesse». Come quella, con echi medievaleggianti e un po’ “branduardeschi”, di Fiore rosa, l’altra traccia nella lingua di Dante inserita nell’album.

Il lavoro, uscito da una decina di giorni e acquistabile sul sito margheritapirri.com, ha intanto già conquistato consensi oltre oceano, visto che un brano, Your arms around me, è stato inserito nella compilation americana Acustika vol. 26, acquistabile sul sito internet Amazon. «Internet ormai è un mezzo fondamentale per i giovani artisti, è difficile farsi largo nel mondo della musica: si va avanti solo se si ha una grande passione». Quella che non è mai mancata a Margherita: del resto nel cassetto ci sono ancora duecento canzoni che aspettano solo di essere ascoltate.

Fabio Ravera

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