Un film per raccontare Carlo Rivolta

Essere ripreso non gli piaceva. Diceva che il teatro è una cosa viva, che lo puoi fare solo in mezzo a un pubblico, e che quando lo filmi con una telecamera diventa qualcosa di diverso. Qualcosa che non è più teatro ma che ha valore ugualmente, perchè aiuta la memoria a ricordare chi, di quel teatro, era l’anima e il volto. Ed è di Carlo Rivolta, l’attore lodigiano scomparso il 21 giugno 2008, il volto ritratto nella fotografia che annuncia la proiezione in anteprima di Il corpo e la parola, un film che racconta il suo percorso umano e artistico attraverso alcuni filmati girati durante i suoi spettacoli più rappresentativi.

Il film, che verrà proiettato alle ore 21 di questa sera a Crema, nella Sala della Provincia di via Matteotti, è stato ideato da Nuvola De Capua, compagna del regista ed «erede spirituale» del suo teatro: «Ho aspettato quasi quattro anni prima di decidermi a realizzare questo film: all’inizio non ero pronta all’emozione di rivedere Carlo recitare dal vivo, e non ero nemmeno sicura che lui avrebbe condiviso l’idea di chiudere in un dvd i suoi spettacoli. Ma per quanto poco significativi siano questi frammenti, è quel poco che ci rimane di lui, del suo modo così partecipe di interpretare i personaggi». Socrate su tutti: «Di lui amava soprattutto l’idea della vita come ricerca continua» racconta De Capua, «quel sapere di non sapere che ti spinge ad andare sempre avanti, a non smettere mai di cercare. Carlo era così. Per questo credo che Socrate sia il personaggio che più lo rappresenta, e mi ha fatto sorridere vedere che nell’immagine scelta dall’associazione che ha organizzato l’anteprima del film (gli ex alunni del liceo Racchetti di Crema, dove Rivolta ha tenuto numerosi laboratori teatrali, ndr), Carlo figuri proprio accanto a una statua di Socrate, in una foto scattata tanti anni fa durante una gita a Lugano».

Naturale dunque che una parte consistente del film sia dedicata all’Apologia, ma ci sono anche frammenti di altri dialoghi platonici, alcuni monologhi ispirati ai testi biblici, come il Qoelet, qualche spettacolo di teatro civile, come Giorno dopo giorno, tratto da un diario di prigionia, o la lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi. Alcune scene sono state riprese a Lodi e dintorni, altre durante gli spettacoli allestiti all’Università di Bologna o per la Rai di Napoli. Tanti frammenti diversi anche dal punto di vista della qualità del girato, alcuni ottimi, altri meno accurati, in molti casi opera di cameraman amatoriali decisi a «rubare» qualche scena al maestro, pur sapendo che lui non ci teneva affatto. Il compito di mescolarle assieme mantenendo una certa coerenza di stile è stato affidato a Simone Bianchi, che ha curato il montaggio. La produzione invece è del Centro Ricerca Alfredo Galmozzi, un istituto culturale cremasco che ha creduto fin da subito al progetto e ha spinto Nuvola De Capua a realizzarlo. La lavorazione del film è durata quasi un anno e sono trascorse solo poche settimane dalla masterizzazione del dvd definitivo. Quella di questa sera è una vera anteprima: poi, per rivedere sullo schermo Il corpo e la parola, bisognerà attendere il prossimo 24 aprile, quando il film verrà presentato ufficialmente al teatro San Domenico di Crema.

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