Un duo d’eccezione apre la “Corte in festa”

L’incontro tra il contrabbasso di Ares Tavolazzi e la chitarra di Peo Alfonsi

Per i tanti che hanno consumato il nastro di Fra la via Emilia e il west, l’album dal vivo di Francesco Guccini del 1984, è quasi uno di famiglia. «Al basso Ares Ta-vo-laz-zi!», scandiva il maestrone alla fine del brano Il pensionato con gli applausi del pubblico in sottofondo. Ma ricordare Tavolazzi solo come “turnista” dei grandi cantautori italiani (è stato spesso compagno di viaggio anche di Paolo Conte e Vinicio Capossela) è quasi irriverente per quello che la critica definisce il più importante e stimato contrabbassista italiano e uno dei maggiori a livello europeo. Negli anni Settanta (prima della recente reunion) ha vissuto la stagione sperimentale degli Area, lo storico gruppo di rock-progressivo guidato da Demetrio Stratos, per poi avvicinarsi alla musica jazz, diventando in breve tempo un caposaldo del genere. Poliedrico e vibrante, ha spesso accompagnato i più noti jazzisti italiani e stranieri (solo qualche nome: Phil Woods, Enrico Rava, Paolo Fresu, Max Roach) e più volte si è messo alla prova anche come compositore con ottimi risultati. Questa sera (ore 21, corte di San Domenico in via Fanfulla) il talento di Tavolazzi si “sposerà” con la classe sopraffina di Peo Alfonsi, chitarrista e compositore sardo: un duo pressoché inedito (in precedenza avevano suonato soltanto a un concerto per alcuni amici) che aprirà la seconda edizione del festival “La corte in festa - Mondi musicali nel Lodigiano” organizzato dalla Provincia con la direzione artistica di Art up Art. Alfonsi e Tavolazzi porteranno in scena Itaca, progetto che prende spunto dal nome dell’ultimo album del chitarrista che si caratterizza per la cura del suono, la precisione della scrittura e i richiami alle atmosfere del Sud Europa. Un disco elogiato anche da una leggenda delle sei corde come Al Di Meola, che ha definito Alfonsi «uno dei chitarristi più sensibili e creativi che abbia ascoltato negli ultimi anni». Qualità che non sono sfuggite anche all’orecchio attento di Tavolazzi: «Ho conosciuto Peo attraverso altri amici musicisti - racconta il contrabbassista ferrarese - e abbiamo deciso di provare a suonare insieme, visto che tra noi c’è stima reciproca. Itaca per ora è solo un nome, a Lodi suoneremo sia brani scritti da me che da Alfonsi». Cosa aspettarsi da questa alchimia musicale? «La fusione tra chitarra e contrabbasso dà vita a suoni piuttosto delicati: posso assicurare che non sarà un concerto rumoroso». Facile trovare la giusta simbiosi per due musicisti più che avvezzi a spaziare tra i generi e a cimentarsi in nuove avventure musicali. Tavolazzi arriverà a Lodi il giorno dopo aver suonato con Rava, il grande trombettista triestino. «Ormai mi dedico completamente al jazz, da diversi anni non collaboro più con i cantautori. Come solista lavoro con il Teatro di Pontedera: è un’attività molto variegata, che riguarda sia l’improvvisazione che la composizione». Intanto prosegue anche l’attività concertistica con gli Area, tornati insieme nel 2009: «Ritrovarsi dopo tanti anni è stato interessante. Ognuno di noi ha fatto percorsi diversi e ha portato l’esperienza accumulata all’interno del gruppo. Per questo il suono degli Area è in parte cambiato, anche se continueremo a proporre i brani storici che il pubblico ci chiede, alteranti a pezzi completamente basati sulla sperimentazione».

Fabio Ravera

L’incontro tra il contrabbasso di Ares Tavolazzi e la chitarra di Peo Alfonsi per la giornata inaugurale della rassegna della Provincia

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