The good doctor

SIAMO SERIAL: un “medical drama” che affronta argomenti differenti rispetto alle serie concorrenti

Non è Rain Man, ma è geniale come il Dr House. Non guarda le persone negli occhi, continua a giocare con le mani nelle situazioni più stressanti e pensa per immagini. Shaun Murphy è The Good Doctor, uno specializzando in chirurgia autistico e con la sindrome di Savant, una malattia che si manifesta attraverso deficit cognitivi e allo stesso tempo abilità superiori alla norma. Originario del Wyoming, dove ha vissuto un’infanzia travagliata insieme al fratello Steve, il giovane si trasferisce in California per iniziare a lavorare nel prestigioso dipartimento di chirurgia del San Jose St. Bonaventure Hospital, sotto la guida del suo mentore, il dottor Aaron Glassman, la prima persona a scoprirne le potenzialità. Nonostante la sua capacità di notare dettagli e piccolissimi cambiamenti e nonostante la sua preparazione, l’inserimento in reparto non sarà facilissimo, sia per lo scetticismo degli altri medici sia per la sua difficoltà a relazionarsi con gli altri.

Un “medical drama” che forse ci mette un po’ a “carburare” ma in cui non mancano gli ingredienti fondamentali: sentimenti e romanticismo. La serie tv statunitense è nata nel 2017 ed è stata creata da David Shore, l’ideatore di Dr House - Medical Division, tra le più amate dagli appassionati di un genere che da E.R. - Medici in prima linea fino a Grey’s Anatomy ne ha fatta di strada. Tuttavia, il progetto si basa sull’omonima serie tv sudcoreana, un prodotto televisivo che in patria ha ottenuto un grande successo e diversi premi.

The Good Doctor è stato promosso anche da diversi autistici, numerosi i commenti in rete rilasciati da spettatori e associazioni. “Ogni volta che c’è uno spettacolo o un film con un personaggio autistico, tutti discutono sempre se lo spettacolo ritrae l’autismo realisticamente o meno - così scrive il blogger di “Diary of an Alien”, in cui si racconta la diversità e l’autismo, rispondendo a un frequente quesito -. La mia risposta a questo è che è impossibile dirlo con certezza, perché l’autismo è così diverso per tutti coloro che lo sperimentano”. Diversi giovani hanno sottolineato di ritrovarsi almeno in parte nel ritratto del dottor Shaun, per cui l’empatia nei confronti degli altri individui rappresenta sempre una sfida, condividendo la difficoltà nel rispondere alle domande per poi spiegare i proprio pensieri spontaneamente anche quando non richiesto, oltre all’interpretazione letterale delle affermazioni che spesso crea equivoci.

The Good Doctor è disponibile su Netflix, ma è stato trasmesso anche su Rai1, intercettando non solo il pubblico tradizionale della rete, bensì i giovani tra i 14 e i 24 anni che solitamente “disertano” il canale; tra le fan del “medical drama” ci sono sempre le donne. L’ennesima conferma di quanto trasversale sia questo genere .

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