Tenetevi forte, riecco gli Alzamantes

Tanti i riferimenti alle tradizioni musicali del vecchio Continente: «Vorremmo che fosse il nostro biglietto da visita per aprirci a una dimensione più europea»

Dal Sudmilano ai live in mezza Italia, e ora si pensa all’Europa. È iniziato il conto alla rovescia per il nuovo album degli Alzamantes: uscirà in settembre Tenetevi. Forte, seconda uscita discografica del giovane complesso con base all’Arena del sole di San Giuliano, forte di un ruolino di marcia lungo già 170 concerti in quattro anni. Tra gighe irlandesi, walzer mitteleuropei, armonie balcaniche e pizziche salentine, l’universo musicale dal quale pescano i sette “alzamantici” («Un mestiere popolare ormai scomparso: chi un tempo stava dietro l’organo a canne e si occupava di tenere il mantice sempre pieno d’aria, così che l’organo potesse suonare», spiega la violinista e cantante Maddalena Soler) è quello del repertorio tradizionale dei popoli d’Europa e mondo.

La ricerca etno-musicologica è il trampolino di lancio per una miscela “bal-folk” fatta di musiche ballabili riadattate con sonorità rock, senza snaturare l’originale. Un genere che pian piano guadagna spazio e simpatie, specialmente in una vasta nicchia di appassionati:«L’obiettivo è proprio quello di proporre uno stile che si sta evolvendo tantissimo - dice il sandonatese Dario Tornaghi, fisarmonicista -. Vorremmo farlo riscoprire e svecchiarlo, mostrare che a ogni musica è associata una danza e una storia». Tra feste di partito, matrimoni, sagre paesane e inviti da parte delle associazioni di balli popolari che man mano prendono piede (la stessa band ha fondato l’associazione culturale Libero contatto, per la promozione della realtà folk), l’agenda è sempre piena.

Dopo Eco di pagine, datato fine 2012, è intanto quasi pronto il nuovo lavoro. Si intitolerà Tenetevi. Forte. e sarà co-prodotto da RoxRecords. «Vorremmo che fosse il nostro biglietto da visita per cercare di aprirci a una dimensione più europea, magari suonando in alcuni dei grossi festival folk che si tengono all’estero. I brani della scaletta provengono da diverse parti d’Europa - anticipa il bassista Alessandro Croce, che con il chitarrista Andrea Ferrari completa la rosa dei sandonatesi -: alcuni sono proprio brani tradizionali, come Ye Jacobites by name che è un’antica canzone scozzese di protesta contro i Giacobiti (fine ‘600), da noi riarrangiata in chiave folk-rock. Allo stesso modo abbiamo ammodernato brani tradizionali come il Branle d’Escosse, una danza rinascimentale francese della corte di Luigi XIV. Pezzi come il Valzer, il Fandango e la Mazurka sono invece originali, scritti da Tornaghi». L’organico è completato dalla seconda sei corde di Lorenzo Tagliapietra e dalle percussioni di Stefano Migliavacca e Francesca Fiore: sette componenti per una band che ora si propone la conquista del vecchio continente.

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