Primo sondaggio del nuovo anno e nulla sembra essere cambiato, anche se in realtà tutto è diverso. Ma si sa che la TV sforbicia il quotidiano in un continuo presente. Sempre fine a sé stesso. Questa però è teoria spiccia che viene a disfarsi nel momento stesso in cui subentra la diretta. Quindi il non controllo di ciò che va in onda. Come è accaduto nella notte di Capodanno con i Ricchi e poveri, i cui uno dei cantanti durante il countdown di fine anno si è lasciato andare a insulti più vicini ai cinepanettoni di Christian De Sica che alla notte di Raiuno. D’altronde non va dimenticato come uno degli hit dell’oggi duo canterino è diventato il coro di una delle curve dell’ex squadra più titolata del mondo. Insomma, è molto più facile passare dalle canzoni d’amore alla tifoseria da stadio che il passo contrario. Che sia questa una delle cifre di stile che il nuovo anno porterà in dote alla TV italiana? Non so se sarà così, certamente sarà una TV di molto gossip, di altrettante narrazioni tragiche e di qualche punta alta come l’arrivo proprio la prossima settimana del Leopardi di Sergio Rubini che per due giorni prenderà il posto delle fiction investigative. Per inciso, non facendo torto allo stramaledetto e amatissimo gobbo di Recanati (maledetto per Baudelaire, amato da me), attendo al varco del giudizio e tra queste non posso fare a meno di citare Mina Settembre e Studio Battaglia. Ma c’e’ anche Il conte di Montecristo in stand by. Nonostante su Canale 5 sia andata in onda una versione diversa da quella di Bille Auguste e che apparteneva più a un gusto popolare vicino ai personaggi salgariani. Un Montecristo più vicino al Corsaro Nero che alle psicoanalisi bergmaniane che sicuramente saranno usate dal regista premio Oscar svedese. Dunque, ci aspetterà una TV meticcia che incrocia l’alto e il baso come mai avvenuto prima? Forse.
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