
( (foto Ribolini))
Il film di Ejzenštejn alle Vigne con l’accompagnamento dal vivo de I Sincopatici
La definizione di “cineconcerto” suggerisce già l’idea di un genere ibrido: non solo un concerto, e non solo un accompagnamento musicale per una proiezione cinematografica, ma uno spettacolo in cui cinema e musica si rafforzano a vicenda, in un’installazione artistica multimediale. É successo sabato sera sul palcoscenico del teatro alle Vigne, dove il gruppo musicale I Sincopatici ha proposto l’esecuzione live di una nuova colonna sonora per il capolavoro del cinema muto “La corazzata Potëmkin” di Sergej Ejzenštejn, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla prima proiezione. «Un cinema – ha raccontato il maestro Paolo Marcarini nel presentare la serata - che in realtà veramente muto non è mai stato. I film della cosiddetta “epoca del muto” dopo le prime proiezioni presentate magari con grandi orchestre, arrivavano poi nelle piccole sale cinematografiche accompagnate da un pianista che suonava improvvisando».
Le colonne sonore all’epoca non erano ancora incise su pellicola, e molte partiture originali sono andate perdute. I Sincopatici (Francesca Badalini, pianoforte e chitarra elettrica, Silvia Maffeis, violino, Andrea Grumelli, basso, e Matteo Ravelli, batteria e live electronics), in collaborazione con Rimusicazioni, il festival che dal 1999 propone i film delle origini con nuove colonne sonore, hanno eseguito per il pubblico lodigiano una colonna sonora originale (composta dalla leader del gruppo, Francesca Badalini) su una copia della pellicola restaurata in alta definizione e colorata con il contributo dell’intelligenza artificiale. La musica, in equilibrio tra classica, rock e effetti elettronici realizzati live, ridà vita alle immagini cinematografiche creando una forma nuova di spettacolo: il pubblico non assiste a una semplice proiezione cinematografica, né si limita ad ascoltare un concerto, ma prende parte a un evento che lo invita a spostare continuamente l’attenzione dallo schermo ai bravissimi musicisti in scena, e ad assaporare il piacere di una performance che ogni volta è un po’ diversa, grazie agli spazi di improvvisazione che i musicisti si concedono all’interno della partitura. Non un semplice accompagnamento musicale del film, ma un’interpretazione intensamente emozionale, che enfatizza ulteriormente la straordinaria forza espressiva e la modernità tecnica delle immagini.
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