TEATRO “Il figlio” di Zeller e lo sguardo sulla famiglia

In scena al Parenti di Milano

Il figlio è l’ultimo pannello della trilogia sulla famiglia del pluripremiato drammaturgo e regista francese Florian Zeller. Egli stesso ha portato con enorme successo due delle tre pièce sul grande schermo. In Italia per ora si sono visti solo Il padre e Il figlio, mentre La madre, al pari delle altre due è stata messa in scena solo a teatro. Per giunta, ha avuto il suo debutto italiano nel 2023, regia Marcello Cotugno, tredici anni dopo essere stata scritta come primo capitolo della trilogia familiare. Mentre sia Il padre sia Il figlio hanno avuto Piero Maccarinelli come regista delle loro prime messe in scena italiane. Proprio Il figlio, in cartellone fino al 3 marzo al Teatro Parenti, esprime nella sua tragicità le estreme conseguenze di rapporti e intrecci familiari non più lineari, ma che riflettono la confusione che regna sotto i tetti di tante case. L’implosione, letterale, dello stato di famiglia si schiarisce nel momento in cui un uomo (ha i tic di Cesare Bocci) abbandona, moglie (una nevroticissima Galatea Ranzi) e figlio adolescente (Giulio Pranno visto in Tutto il mio folle amore di Salvatores), perché innamoratosi di un’altra donna (Marta Gastini) da cui ha subito un altro figlio. Ciò moltiplica la frattura già inferta al nucleo familiare originario: da un lato alimentando l’acrimonia della moglie riflessa interamente sul figlio andando a distruggerne il mito del padre, trasformato in un insanabile disagio di vivere. Una discesa nell’inferno della malattia, dell’incapacità di trovare una soluzione ai problemi e pensieri che affollano la vacillante mente del giovane. L’apatia lo avvolge, per lui esiste solo una crudele solitudine che lo calma. Nemmeno il padre (divorato dai sensi di colpa) riesce a scuoterlo invitandolo, anche sotto pressione, nella sua nuova casa. Ma, le nuove relazioni non reggono fino all’inevitabile epilogo senza ritorno. Misurata la messa in scena che alterna le due case, determinando un prima e un dopo che nell’evoluzione del dramma finiranno per confondersi.

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