Cultura / Basso Lodigiano
Giovedì 21 Novembre 2024
TEATRO Emilio Solfrizzi: «Guardare la vita con la lente leggera della comicità»
Intervista all’attore protagonista giovedì a Casale con “L’anatra all’arancia”
Si dice “L’anatra all’arancia” e si torna al film con Monica Vitti e Ugo Tognazzi, regia di Luciano Salce, anno 1975. Prima che un film, “L’anatra all’arancia” è però una commedia brillante scritta nei primi anni Settanta dallo scozzese Williams Douglas-Home, poi riadattata dall’autore teatrale francese Marc Gilbert Sauvajon, rappresentata da oltre mezzo secolo nei teatri di tutto il mondo. Protagonisti Gilbert e Lisa, coppia sposata da più di venticinque anni, messa in crisi dalla personalità di lui – egocentrica e incline al tradimento – e dall’improvviso innamoramento di lei, ormai esasperata, per un altro uomo. Un colpo inaspettato per Gilbert che ordirà un piano rocambolesco quanto esilarante per riconquistare la consorte.
La storia sarà di scena giovedì alle 21 al teatro comunale Carlo Rossi di Casalpusterlengo, la regia di Claudio “Greg” Gregori (proprio l’attore del duo “Lillo & Greg”) a dirigere due nomi “di peso” della scena attoriale italiana come Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, protagonisti di questa pièce che sta riscuotendo applausi a ogni tappa e che vede il teatro di piazza Del Popolo “sold out” da giorni. Alla vigilia dello spettacolo, abbiamo approfondito con Solfrizzi il senso di rappresentare oggi una commedia come “L’anatra all’arancia”.
Solo intrattenimento o qualcosa di più profondo?
«Un testo brillante come “L’anatra all’arancia” va oltre il semplice intrattenimento. Certo, far ridere e intrattenere resta una componente fondamentale del teatro brillante, ma un’opera come questa offre anche l’occasione per riflettere su temi universali come le relazioni di coppia, la fragilità umana e il bisogno di comunicazione. Una “comicità intelligente” che ci permette di guardare la realtà attraverso una lente più leggera, ci aiuta a rimettere in prospettiva la nostra vita».
Lei è un attore di fama consolidata, molto amato dal pubblico: c’è sempre l’emozione del palcoscenico?
« Il palco di un teatro ha sempre un sapore unico, che non perde mai la sua intensità, nemmeno dopo anni di carriera. L’adrenalina e l’emozione restano sempre ed è proprio questo il fascino del teatro: ogni sera è diversa, ogni pubblico è diverso e questo rende ogni rappresentazione un’esperienza irripetibile. Non importa quanto tu sia esperto o quante volte tu abbia calcato la scena, c’è sempre quella tensione che ti tiene in equilibrio tra la paura e il piacere. Impossibile abituarsi al teatro».
Quale l’approccio registico di Claudio “Greg” Gregori?
« Greg ha immaginato la rappresentazione come una partita a scacchi. Ogni personaggio diventa una pedina che si muove con strategia e precisione su una scacchiera, dove nulla è lasciato al caso. Abbiamo lavorato per rendere ogni scena una mossa studiata ma al tempo stesso imprevedibile».
Il direttore del Rossi Andrea Ragosta l’ha fortemente voluta a Casale: è la sua prima volta nel Lodigiano?
«Sì, è la mia prima volta e sono molto felice, oltre che lusingato, che la direzione del Rossi abbia voluto questo spettacolo a Casale. Spero sia la prima di tante occasioni per tornarci, sono curioso di vedere come questa commedia sarà accolta in una realtà così appassionata di teatro».
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