TEATRO Alle Vigne un palco senza differenze

Sabato la chiusura del festival a Lodi

La rassegna teatrale “Mai senza l’altro. Nel mare delle differenze”, che si chiuderà sabato al Teatro alle Vigne, non ha coinvolto solo le scuole di Lodi e del territorio, ma ha ospitato anche, come nella tradizione del Laboratorio degli Archetipi che ha curato l’organizzazione, alcuni spettacoli che valorizzano il tema della diversità, scelto come filo conduttore della rassegna.

Oltre agli utenti del CDD “Il Melograno” e dello SFA-CSE “Il Girasole” di San Colombano al Lambro, che operano nell’ambito della disabilità), anche gli ospiti del CPA , la comunità terapeutica di psichiatria del Centro Sacro Cuore del Fatebenefratelli di San Colombano, saranno protagonisti di uno spettacolo dal titolo “Se ti guardo mi vedo”, in scena oggi alle 15. «Risale al 2015 il primo spettacolo del Laboratorio degli Archetipi con gli ospiti del CPA – ricorda Giacomo Camuri -. Quest’anno, dopo l’interruzione del Covid, ripresa la collaborazione, abbiamo lavorato, anche grazie all’impegno delle due educatrici Patrizia Neri Arrigoni e Emanuela Scandelli, con dieci pazienti del centro psichiatrico, per costruire uno spettacolo che si è sviluppato a partire dal contributo delle esperienze personali, dei gusti e delle esigenze dei protagonisti stessi. Sono loro che hanno voluto imprimere un sapore comico alla messa in scena, per il desiderio di allargare gli animi a una maggiore leggerezza. Così, partendo da suggestioni letterarie che vengono dalla commedia di Aristofane, abbiamo innestato su questa radice antica un lavoro, prima di improvvisazione, con il regista Federico Pinna, poi di costruzione del testo, nato da un percorso di introspezione individuale e collettivo, e del tessuto musicale, con la collaborazione di Andrea Butera e dell’équipe degli Archetipi. Un percorso che aveva come scopo soprattutto la creazione di un gruppo, di una relazione tra le persone, che alimenta la fiducia in se stessi e recupera la dimensione del gioco e della fantasia». Un universo chiuso come quello in cui vivono i pazienti psichiatrici, fragile nell’offrire alternative concrete all’apatia che attanaglia la loro quotidianità, ha bisogno di iniziative come questa, che sappiano far dialogare in modo stimolante, e anche divertente, il dentro con il fuori (lo spettacolo è aperto alla città, l’ingresso è libero), e permettano di dare voce al proprio mondo emotivo, elaborando conflitti e sofferenze. 

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