Sulabu, il nuovo progetto di Alberici
tra grazia pop e una gentile malinconia

MUSICA L’artista di San Colombano sorprende ancora una volta con il suo nuovo progetto improntato alla sperimentazione

Cambia forma, si diverte a confondere le carte, ma resta il cuore pulsante di una scena capace ancora di mescolare gioco e visione. Dopo le mille meraviglie al microfono degli X-Mary – il gruppo di San Colombano che ha scritto pagine indimenticabili dell’underground italiano – oggi Cristiano Alberici si presenta con Sulabu, da leggere con le sillabe staccate: Su-La-BU, con l’ultima ben marcata: un nuovo progetto, l’ennesima creatura nata per curiosità e amore per la sperimentazione, ma che conserva intatta la cifra surreale, dolceamara e poetica che da sempre contraddistingue il geniale artista banino. Il primo assaggio è stato “Prendo il treno”, con un video interamente girato a Lodi. Ora arriva “Portofino”, secondo singolo ufficiale: una canzone soffice, sognante, che pizzica le corde dell’emozione con grazia pop e malinconia gentile. Una ballata sospesa tra la Liguria da cartolina e la voglia di perdersi un po’, senza troppe spiegazioni. Nel video, già oltre 11mila visualizzazioni su YouTube, due amici camminano lungo la costa ligure, tra scogli e piazzette, cercando un motivo per non tornare a casa. Sono Carlino (Carlo Panigada) e Zucca (Marco Lunghi), volti noti a San Colombano al Lambro e da sempre legati all’universo creativo degli X-Mary: Zucca, in particolare, è il protagonista di una delle più iconiche e surreali canzoni del repertorio della band. In “Portofino”, la notte sembra dilatarsi all’infinito, come l’attesa di qualcosa che non arriva mai. Ma è un’attesa serena, leggera. Tutto profuma di sogno, ma resta vero. È l’innocenza di chi guarda la vita come fosse un gioco nuovo ogni giorno. Musica e parole della canzone sono firmate da Cristiano Alberici, la produzione è affidata a Luca Fusari, mentre il mix e mastering portano la firma raffinata di Matilde Davoli. Il video è diretto dallo stesso Alberici, con le riprese di Matteo Cavalleri e il montaggio di Luca Dosi.

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