Storie e canzoni di provincia

con i Tre allegri ragazzi morti

Sono tre, portano una maschera bianca a simbolo della loro morte apparente e si destreggiano in un rock and roll piacevole e leggero da oltre quindici anni. Sono i Tre allegri ragazzi morti, la band che questa sera si esibirà a Lodi, nell’area del Capanno, in occasione della festa del Pd lodigiano. Un rock and roll essenziale, orecchiabile e facilmente canticchiabile, con qualche influenza punk, è da sempre il loro stile a partire dal primo disco inedito Mostri e normali, uscito nel 1999, sino ad arrivare al più recente Primitivi del futuro.

Le storie che raccontano sono spesso quelle di chi sta ai margini di una società, di chi nella società contemporanea, fatta di stereotipi troppo accentuati, proprio non riesce a sentirsi a proprio agio o addirittura da quei meccanismi incomprensibili viene persino respinto.

Del resto la carriera dei tre ragazzi di Pordenone è davvero di lungo corso. Guidati da Davide Toffolo, voce e chitarra del gruppo, conosciuto anche come autore di importanti fumetti, i Tre allegri ragazzi morti cominciano a suonare insieme nel 1994 in qualche scantinato di una città dove il provincialismo regna sovrano e dove «sarà che tutto è quasi sempre uguale», come dicono in Prova a star con me un inverno a Pordenone.

I suoni iniziali e gli arrangiamenti son certamente più scarni e grezzi di quelli più recenti, più vicini al punk dove i Tre allegri ragazzi morti ed in particolare Toffolo affondano le loro radici e coltivano la loro passione. La vera svolta stilistica per loro arriva con il loro quarto disco, Il sogno del gorilla bianco (2004). Qui i testi non raccontano più di adolescenti solitari, disagiati e dissidenti, come quasi sempre accadeva nei dischi precedenti, ma cominciano ad analizzare una condizione generale di malessere e di deprimente malumore, che non appartiene solo alla generazione dei più giovani. Del resto anche i tre ragazzi di Pordenone sono cresciuti e sono diventati uomini, anagraficamente e professionalmente. Questo è il mondo, Povero me e Bella Italia sono certamente un esempio lampante dell’evoluzione stilistica della band, processo che continua anche nel disco successivo La seconda rivoluzione sessuale, ma che trova certamente il suo apice nel più recente Primitivi del futuro. Qui i tre “ragazzi” diventano ufficialmente grandi, adulti e lo si sente non solo dai testi, ma anche dagli arrangiamenti certamente più ricercati e raffinati, rintracciabili anche nel singolo La faccia della Luna, quello che anticipa l’intero album.

La crescita si percepisce anche visivamente. Ad accompagnare, in maniera fondamentale, il loro percorso artistico sono state da sempre anche le immagini. Da sempre le loro canzoni venivano infatti trasformate in brevi filmati di animazioni, disegnati dall’abile mano di Toffolo, il più creativo del gruppo. Oggi anche i loro videoclip son cambiati, i protagonisti non son più semplici disegni bidimensionali, ma uomini e donne in carne ed ossa.

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