Sorpresa Treves per la serata d’avvio

Ed è show di armoniche e chitarre

La sorpresa ha mandato in estasi tutti i “blues-addicted” presenti venerdì sera al teatro alle Vigne. Perché la presenza di Fabio Treves, il “puma di Lambrate”, “l’armonica più veloce dei Navigli”, non era stata annunciata e nessuno si sarebbe aspettato di vederlo all’opera insieme ai Nine Below Zero, gli ospiti di punta della prima puntata del Lodi Blues Festival. Un esordio davvero con il botto per la quinta edizione della “Winter session” che ha celebrato alcuni “pesi massimi” della scena nazionale e i paladini indiscussi del blues inglese.

A inaugurare la kermesse sono stati due tra i migliori interpreti italiani: Maurizio “Gnola” Glielmo e Jimmy Ragazzon che insieme hanno regalato un concerto acustico emozionante e raffinato. Chitarra (“Gnola”) e armonica a bocca (Ragazzon) sono bastate per offrire al pubblico un’ora buona di blues rurale e ruspante, con applauditi sconfinamenti nel folk americano alla Woody Guthrie. Canzoni mai banali, pescate in prevalenza dall’ultimo album del duo, Blues, Balladsand Songs. Tra i brani migliori la ballata Scarlet, lo spumeggiante rag-time Lazy boy (letteralmente “fannullone”, pezzo che Ragazzon ha dedicato a Gnola) e Brown eyed girl. Piccoli gioielli che hanno fatto da apripista all’atteso concerto dei Nine Below Zero, la band inglese nata nel 1977 e considerata a buon diritto tra le massime espressioni blues in terra d’Albione. Un’esibizione che ha fatto scatenare il pubblico lodigiano anche grazie alla presenza sul palco di Fabio Treves, l’armonicista milanese più volte applaudito protagonista sul palco delle Vigne con il suo gruppo. E i polmoni del “puma” non hanno tradito le attese: la sua armonica si è inserita alla perfezione nei collaudati meccanismi di Dennis Greaves, cantante e magnifico chitarrista, Gerry McAvoy (basso) e Brendan O’Neill (batteria). Nella prima parte i Nine Below Zero si sono prodotti in un inedito set acustico, proponendo alcuni classici blues e brani tratti dal loro ultimo lavoro, intitolato It’s never too late. In formissima il leader Greaves, vero animale da palco e sempre pronto alla battuta, come quando ha scherzato con il milanista Treves sulla recente sconfitta dei rossoneri contro il Tottenham, squadra di cui il chitarrista inglese è tifosissimo. Il concerto è poi definitivamente esploso nella seconda parte, quando hanno iniziato a ruggire gli amplificatori e la raffinatezza dell’acustica ha lasciato il posto all’elettricità dura e pura. I sincronismi perfetti dei Nbz hanno dato vita a un’esibizione scoppiettante e carica di adrenalina, con pirotecniche invasioni nel territorio del rock (splendida la rivisitazione di Hey Joe di Jimi Hendrix). Il finale ha regalato altre scintille: sul palco è tornato Treves e alla compagnia si è aggiunto pure “Gnola” con la sua chitarra. Ed è partita la festa, con gli spettatori tutti in piedi e che solo per decenza non si sono messi a ballare sulle poltroncine del teatro.

Fabio Ravera

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