Sophie, un delitto ancora da investigare

Il true crime ambientato in Irlanda nella puntata numero 79 della rubrica Siamo Serial sul “Cittadino”

Il true crime va di moda e “Sophie” è un esempio ben riuscito. Si tratta di docuserie basate su omicidi realmente accaduti, in questo caso Netflix presenta una stagione composta da solo tre episodi che raccontano l’assassinio avvenuto in West Cork, Irlanda. Un caso che ha fatto molto discutere sia in Irlanda che in Francia e che a distanza di 25 anni vede il responsabile ancora in libertà.

Il 23 dicembre 1996, in un punto sperduto della campagna a ovest di Cork, viene ritrovato il cadavere di Sophie Toscan du Plantier, moglie di un famoso produttore cinematografico francese che aveva deciso di abbandonare i riflettori e lo sfarzo della vita parigina per godere della tranquillità dell’Irlanda, scegliendo una casa isolata con vista sull’oceano. Sophie era una donna allegra ma allo stesso tempo riservata e riflessiva, amante della solitudine e della poesia. Il suo brutale omicidio sconvolse la tranquilla comunità della contea di Cork. Tutti i sospetti portarono dritti verso un giornalista, Ian Bailey, inizialmente arrestato ma poi rilasciato.

“Sophie: a murder in West Cork” riprende una vicenda che è stata trattata anche da una serie tv Sky, “Murder at the Cottage”. La produzione Netflix ha intervistato moltissimi testimoni, sia in Irlanda che in Francia, compreso il sospettato numero uno. Amici, famigliari, vicini di casa, conoscenti, testimoni: all’appello ci sono tutti. La ricostruzione dell’accaduto avviene così attraverso numerosi punti di vista, cercando di restare imparziali, anche se alla fine la docuserie punta decisa verso una direzione, quella di Ian Bailey. La suspence non manca di certo, soprattutto perché nel corso delle tre puntate si cerca di “dosare” i colpi di scena. Se la giustizia, in generale, non si può dire faccia una bella figura, ancor peggiore è l’immagine della Garda, la polizia irlandese, incapace di stringere il cerchio attorno all’assassino.

Per gli appassionati di true crime, Netflix offre un ampio catalogo. La maggior parte delle ricostruzioni è di ottimo livello. Alcuni esempi? “Jeffrey Epstein: soldi, potere e perversione”, la storia del miliardario accusato di pedofilia morto suicida in carcere in Usa, in circostanze misteriose; “Making a murder”, protagonista Steven Avery, accusato dello stupro e del tentato omicidio di una ragazza nonostante avesse un alibi; “Conversazioni con un killer: The Bundy Tapes”, ovvero l’indagine sui terribili omicidi commessi da Ted Bundy, uno degli assassini più famosi della storia americana; “Atleta A”, docueserie incentrata su Larry Nassar, medico della nazionale di ginnastica statunitense condannato per abusi sessuali su minori.

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