Prima avvertenza: non scambiatelo per un film “per ragazzini”. Anche se dopo tanto Spielberg e una scuola intera di autori che ha fatto grande il cinema Usa sarebbe un errore imperdonabile pensare che esistano ancora film “per ragazzini”.
Loro, i dodicenni, sono sì i protagonisti di Super 8, così com’era stato ad
È qui che Joe e Charles (e Alice e gli altri) sognano di realizzare un film di zombie girando con la loro piccola cinepresa a pellicola (quella dei nostri filmati di bambini che dà il titolo al film). Ed è durante le riprese notturne di una scena che assistono a un evento inspiegabile che li metterà all’improvviso di fronte all’ignoto (e di qui davanti alla crescita).
I visi, i colori, la musica e la storia. Tutto quanto richiama in maniera perfetta le atmosfere di quel cinema della nostra memoria. Super 8 ci fa fare un salto indietro nel tempo, ma non per pura nostalgia, bensì per rileggere quegli stessi temi ad anni luce di distanza. Il rapporto con i padri, il passaggio di età, la fine dell’innocenza: è così che il regista di E.T. incontra quello di Lost ed è così che l’attesa dell’alieno, del diverso, l’arrivo dello straniero diventa una minaccia. Niente più speranze di “incontri ravvicinati” con entità superiori (quelle restano al sognante e caustico Gipi) ma solo paura dell’ignoto.
E allora, seconda avvertenza: approfittate della visione per fare un ragionamento attorno al concetto di cinema e di spettacolo (e dei cambiamenti intercorsi in questi anni) quando la materia finisce in mano a registi come Spielberg o come J.J. Abrams. Questo può essere considerato un degno erede del maestro? Non è questo il punto, J.J. Abrams è la nuova generazione di quel cinema, è un autore nato e cresciuto con negli occhi i film della Amblin ed è quindi uno che pensa e immagina e costruisce il cinema secondo quel mirabolante “schema” che ha partorito tanti capolavori. Ma è un autore dei “nostri” tempi. Super 8 non è un’imitazione dunque, è molto più di un omaggio. Una sorta di “rilettura” di E.T. e Incontri ravvicinati al tempo di Lost, con i sogni che piano piano si trasformano in incubi. Come tristemente insegnano i nostri tempi, ormai lontani da quegli anni Ottanta.
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Super 8
regia J.J. Abrams, con E. Fanning, K. Chandler, R. Eldard, N. Emmerich
PRIMA VISIONE - Prima avvertenza: non scambiatelo per un film “per ragazzini”. Anche se dopo tanto Spielberg e una scuola intera di autori che ha fatto grande il cinema Usa...
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