Socrate in punta di matita: il romanzo civile di Barilli

Pubblicata dall’editore BeccoGiallo la graphic novel firmata dal codognese

«Di primo acchito, questa mia nuova graphic novel potrebbe sembrare staccata dai miei lavori precedenti, molti dei quali legati a un fumetto di inchiesta civile e di testimonianza politica. Credo invece che proprio “Socrate” sia il lavoro più politico che io abbia mai fatto: la figura del grande filosofo greco è infatti la dimostrazione per eccellenza di quanto un intellettuale libero e rigoroso sia sempre scomodo per chi detiene il potere, in qualsiasi forma esso sia esercitato». È attorno all’universalità di quest’ultimo assioma che lo scrittore e sceneggiatore Francesco “Baro” Barilli di Codogno ha imperniato la scrittura di “Socrate”, pubblicazione realizzata con Alessandro Ranghiasci – autore dei disegni - e da ieri nelle librerie (e negli store digitali) per BeccoGiallo Editore.

La storia in merito è nota: la condanna a morte di Socrate avvenne ad Atene nel 399 a.c, il filosofo accusato non solo di non riconoscere gli dei tradizionali della città e di introdurre nuove divinità ma anche di corrompere i giovani. Affidata a Platone (che di Socrate fu l’allievo più illustre), la narrazione del fumetto si apre proprio sul processo e si sviluppa su tre piani: il racconto dei giorni che videro la condanna e la successiva morte del filosofo, i flash-back che inquadrano Socrate nel suo rapporto con i giovani, alcuni episodi della mitologia greca. Dall’intreccio di queste tre angolazioni, Socrate emerge come un uomo integerrimo nella difesa dei suoi valori, che accetta perfino di subire un’ingiustizia piuttosto che commetterla. «Quello di Socrate può essere visto come il primo processo per reati di opinione, o almeno il primo a noi giunto ben documentato – sottolinea Barilli - . Socrate non è stato solo uno dei filosofi più noti nella storia dell’umanità. È stato anche il primo martire per le proprie idee, l’uomo la cui condanna toglie alla democrazia ateniese quell’aura “idealistica di perfezione” che ancora la circonda».

Socrate non ha lasciato nulla di scritto, Barilli nel raccontarne la figura ha così scelto di utilizzare come fonte esclusiva Platone e gli scritti centrati sull’illustre maestro, «per creare un Socrate descritto in modo univoco; temevo che altre fonti mi avrebbero disorientato». Approfondito anche il lavoro di ricerca storico-archeologica di Ranghiasci, geniale, per esempio, nell’utilizzare per le tavole degli episodi mitologici uno stile grafico che richiama le decorazioni dell’arte greca antica. Ma nell’attualità d’oggi esiste un Socrate moderno? «Direi proprio di no – conclude Barilli -. Piuttosto, oggi ci sono molti che si sentono come Socrate ma che in realtà sono perfettamente integrati nel sistema. Entro cui, al massimo, recitano il ruolo di “stupidi idioti”».

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