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Netflix ha lanciato la quarta stagione di Fauda

Non c’è niente nel mondo delle serie Tv come Fauda. Solo Homeland, pur nelle sostanziali differenze, regge per certi versi il confronto. La quarta stagione si presenta come un diluvio di colpi di scena nel bel mezzo del conflitto israelo-palestinese.

Fauda, che significa caos, era iniziata con Doron, ufficiale di una unità antiterrorismo Mista’arvim – reparti speciali delle Forze di difesa israeliane – che insieme alla sua squadra dava la caccia a un terrorista di Hamas, responsabile di diversi attentati. Il suo reparto si muoveva tra i territori palestinesi di Gaza e in Cisgiordania. Tre stagioni dopo, la squadra deve affrontare tragedie e relative conseguenze (no spoiler), Doron viene reclutato dal capitano Gabi per un lavoro a Bruxelles ma la situazione precipita quando Gabi viene tradito dal palestinese Amir, per essere poi consegnato a Hezbollah in Libano, la cellula si sta preparando per un tremendo attentato contro Israele.

È evidente l’incredibile aderenza alla realtà di Fauda, non solo per quanto riguarda la trama ma anche per la modalità dei combattimenti del reparto speciale guidato da Doron. Il protagonista è interpretato dall’attore Lior Raz, il quale ha creato la serie tv insieme ad Avi Issacharoff. Il primo episodio di quello che potrebbe sembrare l’ultimo capitolo della vicenda parte con un assalto nei territori occupati a Jenin, dove, proprio in contemporanea con l’uscita delle nuove puntate su Netflix l’esercito israeliano aveva scatenato un attacco uccidendo diversi palestinesi.

Gli scontri feroci tra israeliani e palestinesi sono all’ordine del giorno, in Fauda come nella realtà, e coinvolgono i diversi scenari mediorientali. Nella loro caccia ai leader della resistenza, Doron e i suoi uomini si spostano anche in Siria e in Libano, dove arrivano ad attaccare gli Hezbollah filo iraniani. La battaglia decisiva si combatte a Beirut, tutto si svolge con le inquadrature dei droni, che sono ormai un elemento fondamentale per la squadra di Doron e per quella “guerra sporca” che si combatte a Gaza. Le scene sono rese con estrema crudezza, quella che non a caso piace a Tarantino, con una spietatezza che purtroppo non risparmia nemmeno donne e bambini. Preparatevi per un finale che lascerà senza parole.

Fauda mostra anche i sentimenti dei protagonisti, provati da continui lutti e dall’assidua convivenza con la morte: tutti sono costretti a vivere come se fosse l’ultimo giorno, combattendo una guerra che non finisce mai.

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