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La seconda stagione di “Chiami il mio agente - Italia”

C’è un piccolo gioiello tra le serie di casa nostra, un prodotto che funziona a meraviglia e che - arrivato alla seconda stagione - si è addirittura migliorato. Stiamo parlando di “Chiami il mio agente”, versione italiana dell’originale francese “Dix pour cent”, ambientato nel mondo del cinema. Meglio: nelle retrovie del mondo del cinema (nella categoria dello spettacolo il 10 per cento è la percentuale che spetta all’agente sul contratto firmato dall’attore o dal regista di turno).

Insomma non era facile stare al passo con il prototipo francese, con cui già la prima stagione italiana reggeva il confronto, ancora più difficile continuare e sviluppare il copione per realizzare una seconda stagione che è in programmazione in queste settimane su Sky (che produce insieme a Palomar) e che si sta rivelando la bella sorpresa che si diceva. La formula prevede che attorno all’agenzia formata da un pugno di agenti e dai loro assistenti, incastonata nel cuore di Roma, la città del cinema di casa nostra, affacciata su piazza di Spagna, ruotino dei personaggi del nostro “star system” che interpretano se stessi, con vizi e virtù compresi. Obbligatorie quindi - siamo sempre in una commedia - una robusta dose di autoironia e vagonate di piccoli e grandi tic da ingigantire e romanzare per restituire una visione più umana che si può del dorato mondo che si racconta. In questa seconda stagione prestano il proprio volto e i propri tic, piccole e grandi debolezze, Gabriele Muccino, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, Claudio Santamaria, Serena Rossi e Davide Devenuto, Elodie e Sabrina Impacciatore, e il risultato è di alto livello. Senza svelare nulla o quasi basterà vedere il primo episodio - che ha per protagonista il regista di “L’ultimo bacio” - per farsi un’idea (imperdibile qui il cameo di Gianmarco Tognazzi impossibile da raccontare senza rovinare l’effetto sorpresa...).

La qualità in “Chiami il mio agente” sta tutta nella scrittura che deve esaltare i difetti e mettere a nudo il re, in questo caso di celluloide (o digitale ormai). Il resto lo fanno i protagonisti Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico e Marzia Ubaldi, scomparsa poco dopo la fine delle riprese, a cui è dedicato anche il primo episodio. Le storie poggiano sulle loro spalle e su quelle delle “guest star” che cambiano a ogni puntata, con le presenze fisse di Corrado Guzzanti e di Emanuela Fanelli che come al solito giocano un campionato (di bravura) a parte. Tutto il resto è appunto il racconto del mondo del cinema così come lo avete solo immaginato, sbirciato dietro il set, nei camerini, sul red carpet della Mostra di Venezia, quando ancora le luci dei riflettori non si sono accese e il trucco e parrucco non ha sistemato le cose prima di andare in scena.

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