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“Il metodo Fenoglio - L’estate fredda”

Non si può dire che il maresciallo Pietro Fenoglio non sia un personaggio atipico. Di poche parole, del resto è un piemontese trapiantato in Puglia, con un grande rispetto per la verità e un’innata capacità di mettersi nei panni degli altri, caratteristica quest’ultima che lo porta spesso a scontrarsi con i suoi superiori. È proprio per questa sua sensibilità che preferisce non mettere le manette ai polsi dei piccoli criminali, soprattutto davanti ai loro figli e alle mogli. “È un colto, vorrebbe ammanettare tutti con la psiche e fosse per lui non porterebbe nemmeno la pistola”, così ha commentato l’attore che lo interpreta, un Alessio Boni “asciutto” sul piccolo schermo, poche parole appunto, e semmai un grande spirito d’osservazione e di riflessione. Boni non è nuovo a ruoli di questo tipo, in passato ha già indossato i panni di tutore dell’ordine con il personaggio di Matteo Carati de La Meglio Gioventù di Giordana.

“Il metodo Fenoglio – L’estate fredda” è la serie tv drammatica trasmessa in anteprima su Rai Uno e creata dallo scrittore (ed ex magistrato) Gianrico Carofiglio, il quale ha firmato la sceneggiatura con Antonio Leotti, Doriana Leondeff e Oliviero Del Papa.

Siamo a Bari, nel 1991, quando il maresciallo Fenoglio, che fa parte del nucleo operativo dei carabinieri, si ritrova in mezzo a una guerra di mafia. La città precipita in un clima di terrore e omicidi, un’esplosione di violenza senza precedenti e difficile da spiegare. L’apice si verifica con il rapimento del figlio di Nicola Grimaldi, il boss più potente della zona. È a questo punto che si fa strada la convinzione che gli omicidi non siano dovuti allo scontro tra piccole bande rivali ma che ci sia una vera e propria guerra di mafia in atto. L’intuizione di Fenoglio trova però l’opposizione dei suoi superiori. Ad affiancare Fenoglio nelle indagini c’è Antonio Pellecchia (Paolo Sassanelli), un poliziotto molto diverso dal maresciallo, i cui modi sono infatti più sbrigativi e il piglio più duro. Un’altra figura chiave è la scontrosa pm Gemma D’Angelo (Giulia Vecchio), di cui la moglie di Fenoglio, Serena (Giulia Bevilacqua), è gelosa.

Tra i due coniugi, però, c’è un rapporto maturo, fatto di rispetto e amore, una relazione anche problematica: Serena vorrebbe un figlio, Pietro non è della stessa idea.

La serie tv è stata realizzata in modo molto accurato, soprattutto per ciò che riguarda l’ambientazione degli anni Novanta. Attraverso la guerra di mafia in un paese martoriato dalla violenza – dove all’orizzonte ci sono le stragi di Falcone e Borsellino -, “Il metodo Fenoglio” mette in scena in modo lucido l’escalation di malvagità.

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