SIAMO SERIAL House of Guinness

Su Netflix la storia romanzata dei produttori della celebre birra irlandese

House of Guinness è la storia romanzata dei produttori della birra più famosa al mondo. Realtà e fantasia si mescolano per raccontarne l’origine, con una sceneggiatura scritta da Steven Knight, il creatore di una serie tv che ha fatto storia: Peaky Blinders. Rispondiamo subito alla domanda che nasce spontanea: no, House of Guinness non è un capolavoro come l’altra, ma è comunque una storia che vale la pena vedere, soprattutto per chi ama l’Irlanda. Per chi fosse a digiuno, Peaky Blinders racconta le vicende della famiglia Shelby nella Birmingham di inizio ’900 e della gang capitanata da Thomas Shelby; il suo impatto è stato così dirompente da incidere sulla cultura di una generazione: non avete mai visto ad Halloween i ragazzi travestiti da Thomas Shelby?

Torniamo alla nostra serie ambientata nell’Isola di Smeraldo. Quando il patriarca Benjamin Guinness muore, dopo aver garantito il massimo sviluppo all’azienda di famiglia, l’eredità passa ai quattro figli, che devono gestire un pesante patrimonio in un Irlanda che lotta per l’indipendenza. Arthur (Anthony Boyle) torna a Dublino dopo aver vissuto molti anni a Londra e vuole candidarsi al Parlamento, il primogenito è un uomo che segue sempre l’istinto, a scapito di tutto; Edward (Louis Partridge) è il fratello più equilibrato, e per questo anche il meno ascoltato; Ann (Emily Fairn), l’unica femmina, è una donna che non può vivere liberamente, costretta a seguire la strada tracciata dagli uomini della famiglia; Benjamin (Fionn O’Shea), a cui piacciono alcol e droghe, è la pecora nera. Steven Knight è interessato al racconto dell’impatto che la morte del patriarca avrà su ciascuno dei suoi figli, un intreccio che coinvolgerà la politica e gli intrighi di palazzo.

L’Irlanda è caratterizzata dalla stessa atmosfera che si ritrova in Peaky Blinders, con le strade sporche, buie e pericolose; un’Irlanda dove sangue e violenza imperversano. Tuttavia, nella storia di House of Guinness alla fine del tunnel si intravede almeno un po’ di speranza. Da segnalare l’ottima ricostruzione e, soprattutto, una colonna sonora a tratti molto irlandese e molto punk-rock, con brani che vanno da Jailbreak di Thin Lizzy a Anphetamines dei Cardinals.

La storia della famiglia va di pari passo con quella delle divisioni che lacerano un intero paese, entrambe vengono raccontate in modo impetuoso e ruvido, merito anche della regia,affidata a Shankland e Mounia Akl.

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