SIAMO SERIAL Call my agent-Italia

Il (riuscito) remake tricolore della celebre serie francese in onda su Sky

Il monologo di Paolo Sorrentino sui genitori e “l’entusiasmo immotivato” è già diventato un piccolo cult nel suo genere. Una piccola perla contenuta nello scrigno di Call my agent-Italia (presente sulla piattaforma Sky) da custodire e rivedere in un panorama seriale che inizia a segnare il passo, tra troppi spazi da riempire e idee che iniziano a scarseggiare. E paradossalmente nuova linfa arriva proprio da un “già visto”, da un remake: la versione italiana del bellissimo Chiami il mio agente (Dix pour cent in originale) che dalla Francia si trasferisce a Roma con esiti felici, bravi interpreti e non poche trovate.

L’antefatto: la serie originale francese raccontava di un pugno di agenti dello spettacolo alle prese con le fisime, le insicurezze, le fragilità e le piccole e grandi esplosioni di ego degli attori di cui curavano immagine e contratti. È stata vista da tanti in Italia, al punto da suggerire la creazione di una versione italiana della vicenda. Ma c’è remake e remake, e non sembrava immediate né semplice tradurre quel meccanismo per il nostro Paese. Invece Roma - città del cinema - diventa il palcoscenico perfetto per un Call my agent tricolore, per il racconto del dietro le quinte del mondo dello spettacolo, assai meno dorato e perennemente sull’orlo di una crisi di nervi, realizzato con la complicità di un bel numero di attori disposti a non prendersi troppo sul serio e a regalare, impersonando se stessi, parodie assai realistiche dello star system all’ombra del Cupolone, Così arriviamo a Paolo Sorrentino che nella seconda puntata di questa prima serie irrompe con il suo carico di premi Oscar sulle spalle e si lancia in un monologo che in meno di quattro minuti libera e vendica tutte le vittime delle famigerate “chat WhatsApp dei genitori”. O getta nella mischia l’idea per una nuova stagione del suo The Youg Pope, tra gli sguardi compiacenti degli agenti che non possono avere il coraggio di battezzare il progetto come farebbe Fantozzi davanti alla Corazzata Potëmkin. Ma prima di Sorrentino c’era stata Paola Cortellesi con le sue ansie che richiamano quelle di Cécile de France della versione originale francese. E ancora Pierfrancesco Favino ingabbiato nel ruolo del Che, Matilda De Angelis giovane diva in difficoltà, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti. Ogni puntata ha il nome della guest star, dell’”ospite” che diventa protagonista. A tenere il filo i quattro bravissimi Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico e Marzia Ubaldi nei panni dei titolari dell’agenzia CMA. Si sorride in maniera intelligente e si ride proprio davanti alle disavventure degli attori smitizzati, grazie a un buon ritmo e a una scrittura efficace che riconcilia con la serialità, immettendo linfa nuova a ogni puntata.

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