Segni e percorsi diversi nel tempo: un antipasto della “Biennale d’arte 2.1”

Inaugurata a Casale l’esposizione che fa parte degli eventi collaterali della rassegna e resterà aperta fino al 26 settembre

Entusiasmo e promesse, sabato pomeriggio al Centro Sociale Insieme di Casalpusterlengo, per l’inaugurazione della mostra di pittori locali “Fuori Biennale. Segni e percorsi diversi nel tempo”. Organizzata dalla Pro Loco, con la collaborazione del Comune e del Centro Cultura, è parte degli eventi collaterali della “Biennale d’arte 2.1” e sarà visitabile fino al 26 settembre.

Nella presentazione dell’iniziativa l’esperto d’arte, Mario Quadraroli, ha ricordato le biennali degli anni ’70 e ’80, rilevando come abbiamo lasciato segni importanti nella città, dal momento che nel 2021 si è tornati ad organizzarne una. L’assessore alla cultura Mariano Peviani, ideatore della manifestazione, ha invece sottolineato l’urgenza di occuparsi di arte da parte dell’Amministrazioni. Peviani ha messo tutto il suo impegno per far sì che la rassegna potesse vedere la luce e sabato ha manifestato tutta la sua gioia per questo successo. «Forse non eravamo pronti ma l’abbiamo fatta. Io la volevo fare e ci tenevo tantissimo. Forse non è perfetta; l’anno prossimo la faremo con tutti i pittori di Casale a Villa Biancardi», ha detto “estorcendo” il consenso agli amministratori e ai rappresentanti della Pro Loco presenti. Infatti, per problemi di spazio quest’anno alla “Fuori Biennale” non sono presenti tutti gli artisti della città. «Stiamo facendo tutto il possibile per Casale – ha continuato Peviani –, però la cultura non la fanno gli assessori, è delle persone, degli artisti. Questo importa ed è quello che verrà ricordato». È intervenuto anche il sindaco Elia Delmiglio che ha ringraziato tutti per «questo momento importante per la cultura di Casale, tema a cui l’Amministrazione è molto attenta».

A conclusione, una bella riflessione del pittore Andrea Ferrari, che ha curato la presentazione della mostra: «L’artista ha il compito di andare oltre, di non limitarsi alla pura imitazione, altrimenti perde un po’ lo scopo dell’arte, che è la ricerca di confini di conoscenza ed estetici. Perciò anche qui oggi c’è tanta diversità», ha spiegato passando poi ad un ragionamento sul nostro tempo, in cui siamo costantemente bombardati da immagini. «L’arte ha il ruolo di recuperare il valore dell’immagine. Il rapporto con l’opera d’arte “in presenza” è un modo per recuperare quell’equilibrio che abbiamo perso nella fruizione più o meno volontaria di moltissime immagini e quella natura dell’arte di andare oltre, per un ritorno sull’umano, perché l’arte in qualche modo deve servirci. Io credo che ognuno qua dia il suo contributo anche alla sua comunità perché avere degli artisti è un valore fondamentale per una comunità perché attraverso gli artisti e l’arte si costruisce un’identità, si racconta, si narra e si dà forza a quello che siamo».n 
Veronica Scarioni

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