La kermesse che nell’ambito del programma di Naturarte 2011 prenderà il via sabato (alle 18) all’Arsenale di Bertonico, sarà introdotta da due anticipazioni. La prima nel parco di Villa Braila, dove si è inizialmente sviluppata la fase lodigiana del progetto “Orti d’artista dalla semina al raccolto” nato due anni or sono nei chiostri dell’Umanitaria a Milano e destinato a concludersi in concomitanza con l’Expo del 2015: Orti d’Artista che da allora costituiscono la sostanza e il referente tematico per le opere ospitate a Bertonico, nella mostra realizzata in collaborazione con l’associazione milanese “Arte da mangiare, mangiare arte” presieduta da Ornella Piluso. A Villa Braila dunque, dove alcuni “Orti” hanno trovato una collocazione permanente sotto forma di installazioni aperte nel tempo a evoluzioni e trasformazioni, nella mattinata di venerdì sarà collocata la Grande Mano firmata da Donatella Baruzzi: una scultura in ceramica dalle cui dita germogliano piante rampicanti, in un’operazione concettuale che intende alludere all’interazione armoniosa tra l’uomo, l’arte e la natura, alla base della rassegna coordinata da Mario Quadraroli, giunta alla quattordicesima edizione.
L’altra anticipazione avrà luogo a Bertonico lo stesso sabato dell’apertura dell’Arsenale. La stele di Salvatore Fiori intitolata Il germoglio cresce modulando, una scultura alta 5 metri in lamiera di acciaio patinato, sarà installata nel giardino pubblico presso la chiesa. La compongono 5 elementi sovrapposti, richiamanti nel progressivo assottigliamento dalla base verso la cima la perfezione geometrica del creato naturale, nella simulazione di un ramoscello che cresce e germoglia: moduli che possono ruotare su se stessi dando vita a innumerevoli forme, a suggerire la possibilità di una infinita crescita. Una cinquantina, invece, gli autori delle opere esposte nello spazio dell’Arsenale fino al 19 giugno (aperto nei giorni 11, 12, 17, 18 e 19 giugno, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19). Tra esse troverà spazio la preview della proposta “Dall’invisibile passato all’invisibile silenzio” curata da Giulio Calegari con alcuni dei suoi studenti all’Accademia di Brera di Milano, un gruppo di lavoro che opera «sulle nuove tecnologie per l’arte e l’ascolto poetico del territorio». L’esposizione al pubblico del loro lavoro a carattere totalmente sperimentale, da costruire passo dopo passo anche superando i concetti più spettacolari o scontati della tecnologia, avrà luogo il prossimo mese di ottobre presso la sede della Provincia di Lodi, nella Sala delle Colonne dell’ex convento di San Domenico. Per il resto, a Bertonico saranno dipinti, sculture, presentazioni di progetti, documentazioni, installazioni e simulazioni degli Orti già realizzati e da realizzare. Tra le novità, le performance di Luca Berto ed Helene Gritsch, e le opere realizzate da un gruppo di giovani di Brera nel laboratorio “Arte contemporanea … un comportamento” condotto da Antonio D’Avossa, nell’ambito del recente festival lodigiano sui Comportamenti Umani.
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