Scialla!, una ventata d’aria fresca

Bruno è un cinquantenne disilluso, scrittore mancato che cura biografie invece di romanzi (ora è alle prese con il racconto della vita di una pornostar che suona Chopin...) e fa senza voglia lezioni private a ragazzini a cui ha rinunciato a insegnare alcunché. Luca invece è un perfetto figlio dei suoi tempi, un misto di retorica di strada e di buon cuore, con valori che ha ereditato in qualche maniera dalla madre e dal mondo che lo circonda. Bruno (Fabrizio Bentivoglio) e Luca (Filippo Scicchitano) sono i protagonisti di Scialla! film d’esordio di Francesco Bruni, fresco come una boccata d’aria di mare in un panorama avaro di sorprese come quello del cinema italiano.

Bruni ha già dimostrato in carriera di saper “maneggiare” la commedia: da Ferie d’agosto, a La prima cosa bella, passando per Ovosodo ha scritto con l’amico Paolo Virzì sceneggiature che hanno saputo mischiare gli elementi fondanti del “nostro” genere: risate e un retrogusto dolceamaro, abilmente bilanciati, sotto una luce (quella dello sguardo sulla realtà) sempre accesa. Mettendosi dietro la macchina da presa deve aver fatto propria la “filosofia” di strada di Luca, il suo protagonista: «scialla fratello, stai sereno», tanta autoironia, mai prendersi troppo sul serio e, soprattutto, cervello acceso e riflessi attenti, velocità di pensiero e di battuta, dialoghi e ritmo e mai un minuto di noia. Personaggi ben scritti e ancora meglio raccontati, diretti anche sul set con mano sicura: a confermarlo innanzitutto la scelta di Filippo Scicchitano come protagonista, praticamente un esordiente con una faccia e un talento che non si dimenticano. Il risultato è il ritratto di un universo colorato e “leggero” che serve però al regista per addentrarsi in angoli più nascosti dei paesaggi umani e di quelli urbani. Fermarsi alla superficie sarebbe un clamoroso errore. Il gergo, il linguaggio di strada di Luca ad esempio, non è “copiato”, posticcio, si adatta alla perfezione al personaggio e al contesto, e descrive una Roma di borgata senza stereotipi. Lo stesso vale per Bruno, che come cinquantenne deluso non appare ordinario, ma ha molte sfaccettature, mai folckloristiche. Poi ci sono i volti cosiddetti “di contorno”, che tali non sono mai in questo genere, come il “Poeta” Vinicio Marchioni, lo spacciatore che cita Omero e la sera fa guardare alla sua gang di coatti i Quattrocento colpi di Truffaut… Scialla! è un film che, con la “scusa” del sorriso, parla dei rapporti tra padri e figli, dei passaggi d’età e delle differenze di linguaggio tra generazioni, tra mondi distanti, un film che racconta in realtà molte cose sensate, e quasi tutte bene, a cominciare da una Roma tratteggiata dalle luci e dai suoni rap della colonna sonora di Amir Issaa & Ceasar production.

Bruno e Luca sono due opposti-gemelli che si attraggono: il primo è un professore “in pausa”, una sorta di Drugo Lebowsky all’italiana che gira in accappatoio e ciabatte e ha abbandonato i sogni della scrittura e dell’insegnamento, deluso e annichilito dai risultati. Il secondo, quindicenne, è invece il “Lebowsky giovane”, capace già di una filosofia di vita spiccia ed efficace che si riassume nel sintetico e perfetto «scialla», intercalare che Luca usa di continuo in maniera appropriata per indicare un approccio alla vita, che solo a uno sguardo superficiale può sembrare sciatto, arrendevole e banale. I due si incontrano quando ancora non sanno di essere qualcosa più di professore e allievo e finiranno per affrontare una “convivenza obbligata” che li metterà a confronto (innanzitutto con se stessi) in un percorso di crescita che diventerà comune. Tutti e due sono in cerca, senza saperlo, e tutti e due sono destinati a trovare qualcosa sul loro cammino, basta saperlo cercare, con calma e senza assilli: «scialla» direbbe Luca…

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