“Schitt’s Creek”

SIAMO SERIAL: la serie comica che si è aggiudicata nove statuette all’ultima edizione degli Emmy Awards

Alla fine è arrivata anche in Italia “Schitt’s Creek”, la serie comica che ha conquistato il resto del mondo e si è aggiudicata nove statuette all’ultima edizione degli Emmy Awards, gli Oscar della televisione, con un risultato mai raggiunto nella stessa cerimonia da una produzione comica. Oltre al premio come miglior serie, sono stati assegnati riconoscimenti ai quattro attori protagonisti e non protagonisti, alla sceneggiatura originale, alla regia e al casting. Un tributo più che giustificato, dal momento che questa serie ha molteplici pregi. Intanto la storia, visto che racconta le vicende di una famiglia di miliardari, i Rose, che finiscono sul lastrico perché vengono raggirati dal loro consulente fiscale e si ritrovano a possedere soltanto una cittadina sperduta nel nulla, acquistata anni prima per scherzo, per via del suo nome: “Schitt’s Creek”. Abituati al lusso sfrenato, il padre Johnny, la madre ex attrice di soap opera Moira e i due figli David e Alexis, si ritrovano a vivere in un motel fatiscente. La sfida per i Rose è non perdere la testa, ma trovare un modo per andare avanti. Anche letteralmente, visto che in tasca non hanno un quattrino. Nell’arco di sei serie, con ottanta puntate di mezz’ora circa, i protagonisti riprenderanno contatto con il mondo reale e riscopriranno l’importanza della famiglia.

Non che si tratti di una serie buonista, ovviamente. Le battute sono salaci e continue, le trovate a volte irrispettose, ma nel complesso l’immagine finale è quella di un sostegno reciproco che lascia un buon sapore in bocca. E ci sono anche alcune curiosità. Anzitutto la serie, che è canadese, è stata scritta da padre e figlio, Dan e Eugene Levy, che poi interpretano i ruoli di padre e figlio. Poi un ruolo chiave spetta a Moira, la madre dall’ego smisurato interpretata da Catherine O’Hara, che è un personaggio spassosissimo, per il modo in cui si veste, sempre eccessivo anche se gli abiti arrivano da Ebay o dai negozi dell’usato, per come si acconcia (possiede oltre cento parrucche) e soprattutto per come parla, usando vocaboli rari e costruzioni complicate. Infine c’è una protagonista che non è stata premiata: la cittadina dove la storia si sviluppa, che è stata ricreata dentro un paesino vero nella provincia di Ontario, che si chiama Goodwood e conta 663 abitanti: ora assediati dai fans della serie, che vogliono farsi un selfie nei luoghi dei Roses.

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