Cultura
Giovedì 07 Aprile 2011
«Scherziamo sulla vitaper spiegare al pubblicola precarietà del vivere»
n «Abbiamo voluto scherzare sulla vita. Passiamo dalla nascita alla reincarnazione, ma il filo conduttore è sempre quello: la vita». Capita così che due amici, o due emeriti sconosciuti, incrocino per caso i loro destini sul ciglio di una strada, o in un chiassoso nido d’ospedale, oppure su una panchina al fresco di un parco o ancora tra le pareti asettiche di un call-center: sono alcuni spassosi quadri teatrali che animeranno Aria precaria, l’applaudito spettacolo di Ale e Franz che questa sera (inizio alle 21) farà tappa sul palco dell’auditorium Bipielle in via Polenghi.
L’appuntamento, organizzato da Vichy Management in collaborazione con Auvil (società che si è occupata della parte scenografica), ha già fatto registrare il tutto esaurito: i biglietti sono stati “polverizzati” nel giro di cinque giorni. Un fatto quasi normale per la “strana coppia”, al secolo Alessandro Besentini e Francesco Villa, in tour ormai da diversi mesi nei teatri di tutta Italia. «A volte ci chiedono se non è noioso ripetere ogni sera le stesse battute, ma le emozioni cambiano di volta in volta - dice Franz -. Questo ti fa ricominciare con lo stesso entusiasmo. È un po’ come per un calciatore fare un gol in uno stadio diverso. Il teatro ha la grande energia del pubblico: è l’ambiente che fa la differenza».
Com’è nato il titolo dello spettacolo? C’è qualche riferimento ambientalista o al precariato?
«No, è un semplice gioco di parole, senza nulla togliere a questi due grandi temi. Già nel film Mi fido di te avevamo affrontato il problema del precariato. Ma Aria precaria più che altro si riferisce a un fatto naturale: l’aria è precaria perché un giorno cesseremo di respirarla».
Vi hanno definiti gli eredi di Cochi e Renato per la vostra comicità surreale. Vi ritrovate in questo paragone?
«Prima di tutto bisognerebbe capire cosa significa essere eredi. Non che ci dispiaccia esserlo, per carità: magari riuscissimo a ripercorrere le loro orme. Cochi e Renato stati due “rivoluzionari” nella comicità italiana, hanno cambiato il modo di fare cabaret, ed è innegabile che da ragazzini abbiamo assorbito molto la loro influenza. Innegabilmente quella “coscienza comica” ci è rimasta dentro, anche se io credo che l’aspetto più importante per un comico sia la propria sensibilità».
Per questo voi scrivete direttamente i testi dei vostri spettacoli. Nel cast degli autori però questa volta figurano anche altri autori, tra i quali Rocco Tanica di Elio e le Storie Tese.
«Dopo diciotto anni di carriera credo sia giusto avere anche altri punti di vista, altrimenti rischieremmo di chiuderci in noi stessi e probabilmente risultare un po’ ripetitivi. Agli autori che hanno collaborato a questo spettacolo (oltre a Tanica, anche Martino Clericetti, Antonio De Santis e Fabrizio Testini, ndr) abbiamo dato carta bianca: una volta trovata comunanza di idee, abbiamo adattato le proposte alle nostre caratteristiche».
Progetti per il futuro?
«Il tour di Aria precaria è stato parecchio impegnativo. Il giro per l’Italia terminerà il 17 aprile, dopo di che staccheremo un po’ la spina, tenendo però un angolino della nostra mente rivolto al cinema...».
E chissà, allora, che dopo La terza stella e Mi fido di te non arrivi il tris sul grande schermo.
Fabio Ravera
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